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Il mito del gentil sesso
Andrea Febo, figlio della nuova scuola cantautoriale romana è tra i giovani del 52. Festival di Sanremo, e canta con leggerezza la vita di tutti i giorni.

14.03.2003 - Autore: Carola Benedetto
Andrea Febo, figlio della nuova scuola cantautoriale romana è tra i giovani del 52. Festival di Sanremo, e canta con leggerezza la vita di tutti i giorni. Ha grande seguito tra i giovani e in particolare tra i fan del gentil sesso.
Il tuo sito internet è un flusso continuo di visite femminili...
A.F.\"E\' vero e la cosa mi fa molto piacere. Speriamo che dopo sanremo lo sia ancora di più. Fra l\'altro io amo proprio aggiornare il mio sito. Essendo perito elettronico appena ho un po\' di tempo mi piace aggiustarlo, sistemarlo, crearlo in modo che mi rappresenti completamente, a seconda del tempo che passa e di come la vita cambia.\"
Quali sono le tue passioni?
A.F.\"Mi piace navigare in Internet e ogni tanto chattare un po\' Amo cercare nuovi siti, ascoltare e fare musica, ma anche cucinare e nuotare. Se invece mi devo proprio rilassare faccio dei gran cruciverba.\"
Tu non hai fatto solo musica...
A.F.\"Ho lavorato come modello, ho fatto anche un po\' di televisione, ma si trattava sempre di piccoli ruoli. Il primo amore resta comunque la musica pop. La mia e naturalmente quella di altri artisti come il grandissimo Vasco Rossi.\"
La tua prima canzone era \"Verso Boh\"?
A.F.\"Boh... sì, proprio boh, nel senso di \"non lo so\". Era un pezzo un po\' diverso. Ho cercato di raccontare una fuga, ma non una di quelle fughe dove si ha una meta precisa, un obiettivo eroico. \"Verso Boh\" era la fuga dalla quotidianità più normale. Era il tentativo di lasciarsi tutto dietro per trovare qualcosa che poi, alla fine, stava nel punto da cui si era partiti.\"
I tuoi testi sono autobiografici?
A.F.\"Sì, sono storie che ho in qualche modo vissuto. A volte sono capitate proprio a me, altre volte le hanno passate persone a me molto vicine, amici che me le hanno raccontate e quindi io le ho rivissute in seconda persona. Sono diventate mie. Nel pezzo in gara per esempio parlo di un ragazzo che consuma uno spinello. Non è una canzone autobiografica ma è una storia vera, fa parte della vita, di certi periodi in cui ti capita di \"fumare per pensare\". Alla selezione questo pezzo ha fatto discutere, io credo che non ci sia niente di cui scandalizzarsi.\"
e ora l\'album d\'esordio..
A.F.\"Uscirà venerdi e si intitola \"...invece mio fratello lavora\". Il titolo nasce da un discorso di mio padre a Pippo Baudo. Indicando mio fratello, mio padre gli ha detto \"...lui invece lavora\" come per dire che io, cantando, non faccio nulla. Questa frase mi ha divertito e così, al momento di scegliere il titolo del disco, abbiamo optato per lei.\"