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Il miracolo di Spike Lee

Presentato a Roma l'attesissimo "Miracolo a Sant'Anna", pellicola che racconta di un plotone di soldati afro-americani rifugiati in un piccolo villaggio della Toscana durante la Seconda Guerra Mondiale.

Miracolo a Sant'Anna cast

29.09.2008 - Autore: Pierpaolo Festa
Una Tv mostra le immagini di “Il giorno più lungo” con  John Wayne nei panni di un tenente dell’esercito americano che tiene a bada il suo plotone di soldati, prima della battaglia. I personaggi hanno tutti una cosa in comune: sono tutti bianchi. Chi sta a guardare esclama: “Pellegrino, anche noi abbiamo combattuto per questo Paese!”.

Comincia così “Miracolo a Sant’Anna”, nuovo attesissimo lavoro di Spike Lee, una co-produzione italo-americana. Dopo tanti anni di pellicole belliche in cui Hollywood rappresentava soldati bianchi tutti d’un pezzo e nessun combattente afro-americano, c’è voluto un regista come Lee per mettere fine a questa tradizione. Il film racconta la storia ispirata agli eventi della strage di Sant’Anna di Stazzema (agosto 1944) e di quello che ne conseguì. E' comunque una storia di fiction, tratta dall’omonimo romanzo di James McBride che ha anche co-sceneggiato il film con l’aiuto di Francesco Bruni . La pellicola è interpretata da attori americani come Omar Benson Miller, Derek Luke, Michael Ealy e Laz Alonso, ma anche da italiani del calibro di Pierfrancesco Favino, Valentina Cervi, Luigi Lo Cascio e Omero Antonutti. Nel ruolo del bambino che ruba il cuore dei soldati americani c’è il piccolo esordiente Matteo Sciabordi. Infine c’è anche spazio per John Turturro, Joseph Gordon Levitt e John Leguizamo.

Abbiamo incontrato regista, sceneggiatore e cast in occasione della presentazione italiana del film.
Il romanzo di James McBride è più che una storia di guerra – ha detto Spike LeeMi è piaciuto questo aspetto misterioso ed il fatto che tratta temi come la fede, la religione e Dio. Ma soprattutto ci tenevo molto a mettere in scena l’interazione tra i soldati afro-americani e i civili italiani.”

A proposito di questo suo debutto nel filone dei film di guerra, il regista ha aggiunto: “Per quanto riguarda lo stile visivo, abbiamo analizzato tantissimo materiale e documenti come foto di guerra, come quelle realizzate da Robert Capa. Tuttavia non cercavamo di imitare o copiare nessuno. Cercavamo uno stile nostro, ma che fosse stato appropriato a raccontare quella storia e quei tempi. Si è trattato di un film particolare. Per la prima volta giravo in una lingua che non conoscevo… e poi c’era la questione del bambino. Quello è il personaggio chiave del film e noi dovevamo trovare l’interprete perfetto. C’erano 5000 bambini al provino, ma Matteo è stato come una benedizione di Dio. La sua è una performance fenomenale”.

Regista e sceneggiatore volevano dunque realizzare un importante film ispirato ad un vero evento storico. “La mia è una storia di finzione – ha detto McBride - Ho scritto un romanzo, non un saggio di storia. Quando ho messo piede per la prima volta a Sant’Anna di Stazzema erano già passati 50 anni da quel massacro. Mi sono chiesto: "come porto la storia al grande pubblico?". La risposta l’ho ottenuta con l’arte del racconto di fiction. Se ho offeso qualcuno, sono molto spiacente”.

Io, come regista non chiedo scusa a nessuno – ha ribattuto Lee – Non abbiamo la versione certa di ogni retroscena di Sant’Anna. L’unica cosa certa è quel massacro, dove persero la vita centinaia di persone. Abbiamo sempre visto i film di guerra col tipico eroe americano bianco alla John Wayne, noi non volevamo questo. Il nostro film è profondo e mostra l’umanità sia in forma buona che in quella cattiva”.

Presenti in sala, gli attori hanno parlato di questa esperienza col grande regista, autore di pellicole come “Fa la cosa giusta” e "La 25° ora". “Sono cresciuta con il cinema di Spike Lee e mi ha sempre intrigato come raccontava il femminile – ha raccontato Valentina Cervi - Nei suoi film le donne sono sempre emancipate, possono avere tremila problemi, ma ne escono sempre vincenti perché sono delle combattenti. Quando mi è arrivata la possibilità di lavorare con lui, oltre che onorata, mi sono sentita molto emozionata proprio per il rispetto che gli porto”.

Nel ruolo di un comandante parigiano, Pierfrancesco Favino mostra, come sempre il suo grande talento. "Penso che non ci sia nessuna pacificazione in questo paese - ha detto l'attore - non c'è ora, non c'era durante la II° Guerra Mondiale... in fondo è dai tempi di Dante che siamo una nazione divisa in due. La mia preparazione al personaggio proviene da una personale passione e conoscenza del periodo, in particolare della Resistenza, di uno scrittore come Beppe Fenoglio e poi per l'avere letto il romanzo di McBride che mi è piaciuto molto. Quello che però ho amato maggiormente del mio comandante partigiano è che uno che dopo 5 anni passati nei boschi a fare la resistenza, nel 1944 si chiede ancora: “Ma sarà giusto?”. Il suo avere sempre dei dubbi è la parte che apprezzo di più della sua personalità. detto questo io mi ritengo un 'figlio di partigiani' nel senso che sono completamente dalla loro parte e lo so che hanno avuto una parte fondamentale nella liberazione del nostro paese da una dittatura. Tuttavia, in qualsiasi guerra, come anche quelle che stanno avvenendo ora mentre noi stiamo parlando, io stimo chi si pone sempre dei dubbi su cosa sia giusto fare. se no passerebbe il messaggio che un uomo lo si può ammazzare sempre in ogni modo”.

L’appuntamento in sala con Spike Lee e il suo “Miracolo a Sant’Anna” è fissato per venerdì 3 ottobre. La pellicola è distribuita dalla 01 Distribution.