Il lato oscuro di Richard Gere e Ethan Hawke

Otto anni fa, un giovane regista di talento era riuscito a rispolverare per bene il genere poliziesco, realizzando Training Day, il film plurinominato agli Oscar che valse una statuetta a Denzel Washington.

Adesso Antoine Fuqua, dopo un paio di scivoloni tra action storici targati Bruckheimer e b-movie incentrati su vendette personali, torna a quello che sa fare meglio: fare luce sulle tenebre di un distretto di polizia. E questo anche grazie ad alcuni tra gli attori più talentuosi di Hollywood, Richard Gere, Ethan Hawke e Don Cheadle. Tre “storie di sbirri”, il vecchio ad un passo dalla pensione che potrebbe riscattare una carriera di basso profilo con una missione ad alto rischio, il padre di famiglia che scopre i vantaggi delle mazzette per potersi permettere le schede e l’infiltrato che comincia ad affezionarsi agli stessi a cui dà la caccia. Le tre vicende avranno un unico punto d’incontro nel gran finale, più simile a una vera e propria discesa all’inferno che ad un’operazione di polizia.

“Questa è la cosa più vicina a Training Day che io abbia mai girato – ci ha confessato Fuqua – E l’abbiamo realizzato nei veri luoghi dove la vicenda è ambientata. La gente ci prendeva quasi per folli a correre quei rischi”. Sbarcato al Lido di Venezia con un giorno di ritardo, Ethan Hawke ha sempre parole di grande stima per il suo regista: “E’ stato un grande vantaggio tornare a lavorare con Antoine. Il genere poliziesco è l’unico che ti permette di fare dei film su persone reali. Il copione mi parlava, ero toccato dal mio personaggio e dai suoi dilemmi”.

Nei panni del gangster, Wesley Snipes rientra sul grande schermo dopo anni in cui la sua stella era stata oscurata tra invisibili film distribuiti direttamente in home video e veri problemi con la legge: “Il mio personaggio è un bravo ragazzo. Si è solo trovato a vivere una vita da cui non è più riuscito a fuggire, ma ora vuole mollare tutto e uscire dal giro”