Michael Bay non le ha certo mandate a dire, negli ultimi mesi, presentando Transformers 3 come una sorta di lettera di scuse ai fan per il disastroso Transformers: La vendetta del Caduto, un film stroncato dalla critica ma che comunque ha incassato ottocento milioni di dollari nel mondo. Cifre da capogiro che non hanno impedito al regista di confessare i propri sentimenti: “Transformers 2 è uno schifo di film – ha ammesso – All’epoca c’era lo sciopero degli sceneggiatori ed è terribile fare un film quando hai solo tre settimane per scrivere la storia”.
Transformers 3, che esce da noi in contemporanea con gli USA, ha già raccolto svariate reazioni positive da parte della stampa, a riprova che Bay faceva sul serio: “Abbiamo imparato dai nostri errori. Stavolta c'è una sceneggiatura migliore, e siamo tornati alle origini. Il film è più serio e abbiamo eliminato le battute demenziali”. Insomma, sembra che Bay si sia attenuto alle critiche piovute dai fan e dai giornalisti, che accusavano regista e produzione di aver schiacciato il pedale della commedia a scapito della coerenza del film: “Ci siamo fatti in quattro. Transformers 3 è epico e simile a Black Hawk Down, con il piccolo gruppo di eroi in una città”.
Dopo aver pubblicamente criticato il 3D, definendolo un semplice “trucchetto”, Michael Bay ha ceduto alle pressioni della Paramount e ha adottato la nuova tecnologia nel terzo capitolo: “Mi piace fare le cose alla vecchia maniera, girare gli stunt sul set – ammette – Ho girato la maggior parte dei primi piani in pellicola, perché si tratta di riprese facili da convertire e l'effetto è più bello del digitale”. Ma allora, cosa l'ha convinto a utilizzare il 3D? “E’ stato James Cameron. Mi ha detto: ‘Mike registi come te devono usare il 3D, altrimenti questa tecnologia morirà’. Devo dire che le tre dimensioni si adattano bene ai robot. Sarà spettacolare”.
Transformers 3 è distribuito nei nostri cinema da Universal.


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Il giorno dei Transformers
Michael Bay parla del terzo capitolo della sua saga robotica

29.06.2011 - Autore: Marco Triolo