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Il gioco dei contrasti

Pino Daniele ha affiancato i 99 Posse, regalando il suo contributo davanti a una folla in delirio. Meno polemico, più scanzonato, ma anche lui incerto sui benefici che la televisione è in grado di apportare alla musica è Alex Britti.

Il concertone

14.03.2003 - Autore: Vanessa Bozzi
Un doppio. Una passione la musica. Due identità differenti. La musica etnica e la canzonette melodiose. Il sitar e la chitarra. Il gioco dei contrasti. Gli opposti che si legano. Due musiche lontane e un amore forte che le avvicina. Pino Daniele e Alex Britti. Quarantasei anni luno. Trenta laltro. Napoli e Roma. Città di passioni forti. Culle musicali importanti. La ricerca costante della serenità. Dallo stesso palco del concreto del primo maggio 2001 al nostro microfono.   Pino Daniele ha affiancato i 99 Posse, regalando il suo contributo davanti a una folla in delirio. Stanco, affaticato, ma musicalmente sempre grandissimo, ha incontrato la stampa concedendosi senza risparmiarsi a orde di giornalisti. La serenità danimo si conquista dopo tanti sacrifici\" esordisce. \"Secondo me ci si arriva dopo diverse esperienze e anche realizzazioni nel lavoro e in quello che si vuol fare. Io in realtà non sono uno sereno.   Credi in Dio?   P.D: Sì e no. Io non faccio musica o canzoni con delle tematiche. Io faccio canzoni che rispecchiano il mio stato danimo. Posso affrontare delle tematiche. Credo in un qualcosa, ma non credo nellistituzione della Chiesa.   Come è cambiato il concerto del Primo Maggio in questi anni?   P.D: Questo è un Primo Maggio diverso dagli altri. Ho visto due generazioni qui. Questanno cè una grande, maggiore, affluenza di giovani. Secondo me è più ricco e diverso da quelli che eravamo abituati a vedere. Anche se la politica non interessa i giovani. Ma la colpa non è loro. La colpa della politica che deve avvicinarsi di più alle tendenze giovanili.   Come si sposano musica e tv oggi?   P.D: Non tanto bene, perché si fa più caso allaudience che alla cultura. Perché laudience fa soldi. La tv commerciale è business. Si guarda solo al fatturato. Ci sono ancora programmi culturali che fanno unaudience modesta rispetto ai talk show che fanno sognare e fanno sembrare tutti grandi personaggi. Regalano ad ognuno un momento di popolarità. La musica oggi è vista come intrattenimento. E questo è un aspetto che non mi appartiene. Da venticinque anni, quando ho cominciato, continuo la mia ricerca musicale. E devo dire che ho avuto risultati abbastanza positivi. I miei dischi continuano a vendere. La gente viene ai miei concerti. Certo, i tempi sono cambiati, le cose si trasformano. Ma bisogna sempre far sì che la musica esprima socialità e che insomma sia arte.   In seguito a unapparizione televisiva le vendite dei CD aumentano?   P.D: In alcuni casi sì, in altri no. Sto notando che la televisione alla fine non fa vendere dischi. Li fa vendere a Celentano, che fa il santone, il profeta, critica le istituzioni e poi si fa pagare gli spot coi soldi delle istituzioni. Ci sono questi paradossi nel nostro paese.   Meno polemico, più scanzonato, ma anche lui incerto sui benefici che la televisione è in grado di apportare alla musica è Alex Britti, chiuso in una tenda bunker piena di lattine di coca-cola, arance, kiwi, tramezzini e salatini. Fuori, lassedio dei fan, soprattutto bambini armati di penna e macchina fotografica. Non sempre la tv valorizza un musicista. Dipende dal tipo di spettacolo. In questo momento cè la tv cliché, dove si suona poco. Ma ci sono alcune trasmissioni in cui un artista più davvero esprimersi. E di questo Red Ronnie è il re in Italia. E un uomo che ama la musica. La sua passione lo fa grande. E anche MTV rende giustizia a un musicista.   Piaci molto ai bambini   A.B: Sembra   E a te piacciono?   A.B: Sì, quelli degli altri sì   Perché secondo te hai questo successo con loro?   A.B: Non lo so. Io di solito con i figli dei miei amici sono lo zio scemo. Quello che gli fa fare la lotta, ci gioca a pallone, si sporca derba e fango. E fa fare le cose che di solito i genitori non vogliono. Quindi magari anche i bambini che non mi vedono giocare, ma solo fare canzoni percepiscono questa cosa in qualche modo   La tua musica è orecchiabile, quindi magari anche un bambino la percepisce più velocemente.   A.B: Penso di sì. La mia musica è molto diretta, senza passare tramite paroloni o cose strane.   A proposito di musica, cosa esprimono le tue canzoni?   A.B: Racconto le cose che provo. E le esprimo attraverso la musica. La sensazione a cui ambisco di più è la serenità. Ecco perché ho scritto La Vasca. Amo la serenità più della felicità. La felicità è un momento. La serenità è un traguardo, più difficile.                            
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