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12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
Il suoi primi esperimenti di regia risalgono al 1980, quando era poco più che un bambino. Dopo aver visto Alien di Ridley Scott, il piccolo Eli si mette in testa di voler fare il regista. Oggi Eli Roth ha 34 anni ed è uno dei personaggi più bizzarri e controversi del nuovo cinema horror. Quentin Tarantino lo considera addirittura ‘il futuro dell’ horror’.    

La storia professionale di Eli Roth comincia nelle aule della New York University, presso la quale si diploma nel 1994 col massimo dei voti. Alle spalle ha già una cinquantina di cortometraggi. Dopo gli studi, si getta a capofitto nella giungla di New York City, lavorando come editor e assistente alla regia per diverse produzioni  cinematografiche.     

Nel 1999 lascia la Grande Mela per trasferirsi in California. A questo periodo risale la sua amicizia con l’attore e sceneggiatore Noah Belson, col quale Roth scrve e dirige due serie di cartoni animati dalle vicissitudini molto travagliate.

Fra una serie e l’altra, trova il modo di lavorare accanto David Lynch, curando la grafica e i contenuti del suo web site personale.

Il primo lungometraggio firmato da Roth s’intitola Cabin Fever (2002): un budget  da un milione e mezzo di dollari racimolati fra amici e parenti. Il sangue sparso da Cabin Fever fa impazzire i botteghini di mezza America. Per non parlare del successo ottenuto al Toronto Film Festival con la vittoria dell’ambito Lions Gate. Dopo anni di battaglie e di preghiere inascoltate, finalmente un pò di visibilità. Peter Jackson, Quentin Tarantino e Tobe Hooper lo considerano il nuovo idolo dello splatter movie americano. 

Dal 2003 Roth possiede una società di produzione (la LLC) che sforna dai 3 ai 5 film l’anno. Tutti ultra-violenti, brutali e rigorosamente a basso costo.  Dopo il successo americano di Hostel (prodotto e presentato dall’amico Tarantino), il regista è di nuovo a lavoro. In cantiere, due progetti ripescati proprio nel cassetto dei vecchi ricordi: “Scavenger Hunt” e “The Box”.

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