La zelante bancaria Christine Brown (Alison Lohman), per compiacere il capo del suo Istituto Finanziario, nega un prestito ipotecario a una signora, Mrs. Ganush (Lorna Raver), originaria dell’Est europeo, rovinandola. Non sa, la poverina, che la donna sul lastrico è una strega pronta a vendicarsi con la peggiore delle maledizioni. Bistrattata come Bruce Campbell negli Evil Dead, la Lohman deve fermare la maledizione prima di finire all’inferno, il che significa fare delle scelte che vanno contro la sua natura. Come chiedere aiuto ad un sensitivo per salvare la sua anima dalla dannazione eterna ed invertire l’incantesimo.
Mélièsiano come suo solito, Raimi, per quanto possa essere implacabile e terrificante il suo immaginario, non manca di una componente ludica, ironica. “Quando mi metto al lavoro su un horror – dice il regista – il mio obiettivo è sempre quello di sentire le urla fortissime del pubblico nelle mie orecchie. Ma, la mia parte favorita nei film di paura, è urlare e ridere insieme”.
Nonostante un budget alto, Raimi ha scelto per Drag me to hell, uno stile selvaggio e volutamente ‘nostrano’, con molta cattiveria, che ricorda autori come Romero e Stephen King, dichiaratamente omaggiati nella pellicola. Dopo sette anni trascorsi a mettere a punto la trilogia di Spider-Man, il regista di La casa 2 si sentiva pronto per un cambiamento, che ha visto la collaborazione di suo fratello Ivan, con il quale ha scritto la sceneggiatura.
Notevoli nel cast anche Justin Long nella parte del fidanzato e lo straordinario David Paymer nei panni del capo di Christine. Sembra che la storia sia stata ispirata da una catena di fatti realmente accaduti in Oregon nel 1996.
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Il diavolo probabilmente...
Sam Raimi ritorna alle origini: l'horror. Liberatosi, per ora, della serie di Spider-Man, Drag me to hell, proiezione di mezzanotte al Festival di Cannes, è il primo horror/movie in tempi di crisi finanziaria. Il film arriverà in Italia il 9 ottobre.
22.05.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi