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Il cinema di Ridley Scott

Il cinema di Ridley Scott

black hawk down

14.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
Pochissimi cineasti contemporanei hanno influenzato limmaginario collettivo come ha fatto Ridley Scott con i suoi film; regista spesso discontinuo, ha comunque diretto opere annoverabili a buon diritto come pietre miliari della storia del cinema. Autore sempre dotato di un particolarissimo gusto visivo, rintracciabile in ogni sua pellicola, ha saputo dare il meglio di sé quando ha avuto a disposizione sceneggiature particolarmente ispirate Alien (id.,1979), Blade Runner (id.,1982) o Thelma e Louise (Thelma & Louise, 1991) o semplicemente solide e ben congeniate Il Gladiatore (Gladiator, 2000), Black Rain (id.,1989); quando invece ha dovuto dirigere progetti su commissione, ha alternato prove più che dignitose ad altre che invece non hanno saputo esplicitarne le grandi doti di regista. Opere come Black Rain e Hannibal (id., 2001), pur non essendo di certo dei capolavori, testimoniano comunque la grande professionalità di Ridley Scott. La suadenza dellimmagine, il gusto per un certo ritmo - anche interno allinquadratura sono dovute probabilmente al fatto che Scott è stato un apprezzato regista pubblicitario. La critica meno attenta lo ha spesso accusato di essere troppo patinato nella resa visiva delle proprie opere, rinfacciandogli proprio le sue origini. Già il suo film desordio, il bellissimo I Duellanti (The Duelists, 1977), ha testimoniato infatti in pieno la capacità dellautore di saper avvolgere i propri di una precisa connotazione visiva, spesso decadente ma in qualche modo sempre estremamente curata. Sono stati però i due film successivi che hanno definitivamente lanciato Ridley Scott nellOlimpo dei grandi autori, consegnandolo di diritto alla storia del cinema di fantascienza: Alien e Blade Runner sono infatti due opere in un certo senso rivoluzionarie rispetto a tutto il cinema di fantascienza precedente, in quanto superano le barriere del semplice genere per riuscire a mescolare tra loro elementi che in precedenza soltanto occasionalmente erano stati amalgamati. Dopo di allora il cineasta ha fornito alterne, bellissime e sfortunate prove ci riferiamo soprattutto allincompreso Legend (id., 1985), fino a rinascere artisticamente con quel piccolo gioiello di grande regia che è stato Thelma e Louise, uno dei più bei ed intensi road-movie degli ultimi anni. E dopo altre altalenanti pellicole, eccolo dimostrare ancora una volta la propria, grande versatilità con Il Gladiatore, poderoso ed adrenalinico colossal. Senza troppo tener conto di raccordi narrativi o particolari intrecci, il regista ha puntato sul vigore della messa in scena e sulla capacità di gestire il ritmo cinematografico di un film di tale portata. Sotto questo punto di vista il film a nostro avviso non è soltanto grande spettacolo, ma lucidissima riflessione sullo spettacolo stesso, inteso come combinazione di suono, immagine e montaggio. Tanto per far capire, a chi ancora non lo avesse capito, che Ridley Scott sa essere maestro non soltanto di immagine, ma di cinema in tutto il suo significato.
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