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Il carcere secondo Davide Ferrario

Davide Ferrario

09.12.2008 - Autore: Nexta
'Occuparsi di cosa avviene nel carcere ed in particolare nel carcere per minori vuole dire tirar fuori l'umanità che nel mondo 'normale' è si è persa'. Lo afferma Davide Ferrario, domani al Sottodiciotto Festival di Torino per parlare del suo ultimo film "Tutta colpa di Giuda", girato per l' 80% nel carcere le Vallette di Torino ed in uscita entro i primi mesi del 2009. L'incontro apre la sezione dedicata a trattare il tema del carcere, tema scelto quest'anno anche per i 60 anni della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell' Onu, del 1948. 'Frequento il carcere, di cui prima non sapevo nulla, da otto anni - ha detto Ferrario - e ad un certo punto ho deciso di ambientarci un film perchè qui è di scena la vita vera. Nel carcere si sviluppano anche aspetti terribili, ma di un'umanità che non esiste fuori. Nel carcere, come nella malattia, l' uomo è nudo, e scopre chi è, nel suo bene e nel suo male'. Il film di Ferrario, interpretato da Fabio Troiano e Kasia Smutniak, racconta di una regista che vuole lavorare con un gruppo di detenuti mettendo in scena la Passione di Cristo. Ma nessuno vuole interpretare Giuda.
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