Sentire Carlo Verdone parlare di Alberto Sordi è un vero piacere. Il regista e attore romano ha avuto il privilegio di lavorare con Albertone al film In viaggio con papà e Troppo forte e ora, insieme al fratello Luca, ne racconta vita e carriera nel documentario Alberto il grande, pensato per il decennale della morte dell'attore.
“Dobbiamo ragionare da storici e capire cosa rappresentava Sordi – ci ha spiegato Verdone all'incontro con la stampa avvenuto a Roma – Lui aveva perfettamente capito il DNA italiano nei tic, nei difetti e nei pregi, il nostro essere infantili e mammoni. La sua fortuna è stata aver intercettato gli elementi che formano l'anima del nostro paese, ma era talmente simpatico che la gente finì per imitarlo anche se lui al cinema faceva delle nefandezze”. Nel documentario, vediamo Verdone attraversare i corridoi e le stanze della villa di Sordi in via Druso a Roma, rimasta intatta dopo la sua morte: “Ho camminato nel passato. Nel film emerge un senso di rispetto per un luogo sacro. Sordi in casa era uomo normale, abitudinario, rigoroso. Era tanto anarchico e compagnone fuori, quanto silenzioso e pieno di abitudini e rituali nel privato”.
Nella sua carriera, Sordi ha sottolineato in particolare il trasformismo e la ruffianeria degli italiani. Inevitabili, dunque, le domande sullo stato attuale della nostra società e della politica, in vista delle elezioni. “Nel mio piccolo, in Gallo cedrone, ho inserito il discorso di un trasformista e mitomane. In esso c'erano elementi che poi si sono verificati, con la gente che applaude per delle idiozie, come l'idea di asfaltare il Tevere. La politica ci ha scavalcato, è dura farne un film e riderne perché la realtà ha superato la fantasia”.


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I Verdone raccontano Alberto Sordi
In arrivo Alberto il grande, documentario diretto da Carlo e Luca Verdone

22.02.2013 - Autore: Marco Triolo