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La Top 3 di Pierpaolo Festa

1) Nemico pubblico, di Michael Mann
Trovatemi qualcuno che crede nella forza del cinema quanto ci crede Michael Mann. Partiamo dalle immagini: quella in cui Johnny Depp con un piccolo salto oltrepassa il bancone nel bel mezzo di una rapina, mentre il regista lo inquadra dal basso, rappresenta la perfezione e diventa mitica. Sparatorie adrenaliniche, carisma da gangster e una love story toccante quanto unica. Questo è il biopic perfetto di Michael Mann. Un film da vedere e rivedere per cogliere ogni singolo dettaglio di questo maestro del cinema americano. E vogliamo parlare di Johnny Depp nel ruolo della sua carriera? A tenergli testa Christian Bale misurato e impeccabile. Un'interpretazione di sottrazione, quasi l'attore si ricordasse costantemente di essere al cospetto del maestro. Che gran film!
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2) Il mio amico Eric, di Ken Loach
Visto a Cannes, dove è stato presentato in Concorso. L’intera stampa mondiale era pronta a sparare addosso a Ken Loach. Sarebbe riuscito il grande cineasta britannico a convincerci anche quando tratta i suoi temi in maniera più leggera? Questa era la domanda che tutti si ponevano. In realtà, ricordo esattamente il momento in cui durante la visione, mi sono ritrovato in sala in pieno stato di commozione. La scena in questione era quella in cui l’ex moglie di Eric entra in casa e vede una cartolina da lei stessa scritta 20 anni prima. I protagonisti si fermano per qualche secondo e aiutano gli spettatori a far scorrere le lacrime. E poi metteteci dentro l’amore per il pallone, un campione carismatico come Cantona e le stesse tematiche care a Loach che il regista non abbandona mai. I suoi (anti)eroi sempre pronti a sbarcare il lunario. Questa volta le seconde occasioni possono anche andare a buon fine, bisogna però lavorarci sopra!
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3) Antichrist, di Lars Von Trier
Ok, siete pronti a sparare? Mentre l’horror di Von Trier mi veniva in mente come terzo film del 2009, pensavo a come molti spettatori avrebbero voluto crocifiggermi a testa in giù per questo voto. La verità è che ho visto questo film nei giorni di Cannes, poco dopo aver fatto la pace con Lars Von Trier e aver ammirato il grandissimo lavoro svolto con “The Kindgom”. Il Von Trier "de paura" funziona e disturba. E i primi cinque minuti non saranno più dimenticati. Non negatelo: che abbiate lasciato la sala arrabbiati con l’universo o profondamente colpiti, "Antichrist" è riuscito a scatenare una reazione dentro di voi. E se pensate che il regista danese sia un ciarlatano che vuole soltanto fare caos per far parlare di sé, può anche darsi che abbiate ragione!… ma guardatelo mentre rilascia interviste e tenete d'occhio i suoi attori mentre lo proteggono… come si fa a non volergli bene?
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1) Bastardi senza gloria, di Quentin Tarantino
Considerando che non sono una persona per niente obiettiva nei giudizi ma la mia passione cinematografica oltrepassa qualsiasi cosa, sono d'accordo con Quentin Tarantino che questo è probabilmente il suo capolavoro. Forse, non è il film che noi tarantiniani amiamo di più, ma qui il regista dimostra di essere veramente un grande autore. Splendida l'idea, la sceneggiatura, girato in maniera impeccabile - sempre in stile Nouvelle Vague - con l'uso dei capitoli a dividere la narrazione, per non parlare poi del cast. Gli attori sono tutti uno più bravo dell'altro. E' chiaro che la scoperta per tutti noi amanti di cinema è Christoph Waltz, davanti alla cui perfomance non puoi che rimanere a bocca aperta, fino a quando il tuo vicino di poltrona non te la chiude. Se non vince l'Oscar grido già allo scandalo, non ha rivali. Poi l'idea che il cinema possa cambiare il corso della storia, dei destini, delle esistenze dei protagonisti è un sogno talmente potente che non è possibile non innamorarsene. Un avvertimento: il film va visto assolutamente in lingua originale se no non esiste, diventa un'altra cosa. Orrenda. Nel film si ride e anche tanto, quindi grazie a Tarantino per la sua capacità di alleggerire (senza mai sminuire di importanza) temi drammatici e pesantissimi come l'Olocausto e la dittatura nazista durante la II° Guerra Mondiale. Bravo Quentin, ottimo lavoro!
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2) Nemico Pubblico, di Michael Mann
Basta nominare Johnny Depp (a mio giudizio nel ruolo migliore della sua carriera) e quell'altro 'mostro' di Christian Bale. E poi lui Michael Mann, uno dei pochi registi al mondo che conosce la storia del cinema come i discepoli conoscevano la Bibbia. E' un prodigio di regista, uno davanti al quale non si può che abbassare la testa - come succedeva con geni come Kubrick o Hawks - e dire: "OK, sai fare qualsiasi cosa e noi te ne siamo riconoscenti per le emozioni che ci regali!". Se fai rifare le scene quaranta volte ai tuoi attori, hai i tuoi buoni motivi e chissenefrega se questi se la prendono... è il loro lavoro, la professionalità è disponibilità. Quando sei nelle mani di un grande. Il perfezionismo di Mann è maniacale ma mai privo di emozioni. John Dillinger la sua umanità pur nell'essere un fuorilegge, i suoi valori, i suoi sentimenti (l'amore per Billie Frechette è qualcosa di, a dir poco, straziante). Ogni inquadratura è un archetipo di perfezione, e anche se ha utilizzato il digitale Mann non dimentica una virgola di tutto quello che i maestri del cinema in pellicola gli hanno insegnato. Lui sperimenta, e ci riesce. Un film imperdibile su un personaggio di cui la settima arte ha abusato ma che Mann sa far rimane ugualmente unico. Dispiace solo che "Nemico Pubblico" non sia stato apprezzato - soprattutto dagli addetti ai lavori - ai livelli che meritava.

3) RocknRolla, di Guy Ritchie
Dispiace dirlo, ma da quando Guy Ritchie non è più il Signor Madonna, il suo livello professionale è migliorato a livelli esponenziali. "RocknRolla" è un film divertentissimo, uno spaccato su un manipolo di sgangherati malviventi ai quali non puoi che volere bene. Come pure al tossico Johnny Quid intepretato dalla futura - ma lo è già in realtà - star Toby Kebbell. La sceneggiatura è un capolavoro di doppisensi, comicità, ironia, sarcasmo e realismo veramente rari. Gli interpreti tutti azzeccati e il film profondamente inglese, un aspetto che rende le vicende narrate da Ritchie particolarmente vicine alla mia natura. E così arriva l'inglese padre di Rocco, padrino di Maria Lourdes e di David Banda e ti risolleva il morale. E poi ci sono i Clash e la loro Bank Robber, pezzo mitico della colonna sonora. Essere Rocknrolla nella vita non guasta, senza esagerare come nel film (quella è fiction) ma un po' di quell'atteggiamento strafottente verso il potere serve di questi tempi. Dato che siamo tutti troppo addormentati. E' ora di svegliarsi!
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La top 3 di Adriano Ercolani

1) Nel paese delle creature selvagge, di Spike Jonze
La ferocia e la solitudine del mondo infantile non era mai stata raccontata con tanta verità. Il dolore sommesso della narrativa di Dave Eggers si fonde alla perfezione con l’idea di cinema visionaria di Spike Jonze. Il risultato è un capolavoro che abbina potenza della visione e commovente introspezione psicologica.
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2) Nemico pubblico, di Michael Mann
Il cinema come si faceva una volta, ma in digitale. Mann conferma di essere insieme a Eastwood l’ultimo grande regista classico e realizza un film che va molto oltre la bellezza della confezione. La progressione drammatica di Nemico pubblico è perfetta, e racconta come l’anarchia del singolo individuo possa essere spezzata dalla potenza del sistema coercitivo. Forse non siamo più abituati a questo tipo di cinema denso e poderoso, ed è un vero peccato.

3) Star Trek, di J.J. Abrams
In epoca di remake, reboot, sequel, prequel e via dicendo, J.J.Abrams si dimostra uno dei più intelligenti tycoon contemporanei e fa ripartire da zero una delle saghe fantasy più famose. Tra rispetto del mito di Star trek e volontà di avvicinare il pubblico più mainstream, il nuovo capitolo è una miscela esplosiva di ritmo, divertimento e maturità cinematografica. Senza dubbio il miglior blockbuster dell’anno.
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