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I grandi remake

I grandi remake

Dracula

17.05.2001 - Autore: Valeria Chiari
La storia del Cinema è costellata di rifacimenti di vecchi film e anche di nuovi. Potrebbe essere segno di pigrizia da parte degli autori, o magari solo di mancanza di fantasia, fatto sta che fin dagli inizi la pratica del remake è stata assai spesso esercitata. Pensiamo a Dracula, dal Nosferatu del 1922 di F.W. Murnau, al Dracula di Tod Browning nel 1931, a quello di Terence Fisher del 1958, in cui il vampiro più famoso del mondo mostra per la prima volta i suoi sanguinari canini, e così via fino al Dracula di Francis Ford Coppola del 1992. Dracula non è però il solo mostro ad aver ispirato più dun remake: anche il famoso gobbo francese è stato oggetto di manipolazioni cinematografiche più o meno innovative. La bella opera letteraria di Victor Hugo, incentrata sullinfelice e bruttissimo Quasimodo, venne portata sullo schermo ben tre volte, prima di esser trasformata in film danimazione dalla Disney (senza contare la versione televisiva con Anthony Hopkins nei panni del povero infelice): nel 1923 da Wallace Worsley, Il gobbo di Notre Dame, con lindimenticabile Lon Chaney, reso irriconoscibile da un trucco sorprendente; nel 1939 da William Dieterle con il titolo Notre Dame con laltrettanto eccezionale Charles Laughton e lultimo del 1957 diretto da Jean Delannoy Notre Dame de Paris, probabilmente il più brutto, con un Anthony Quinn assolutamente fuori ruolo. E chiaro che i mostri piacciono e seppur ripetuti allinfinito riescono a mantenere negli anni il loro fascino e la loro giovinezza. Tra tutti questi mostri riprodotti dal cinema non possiamo certo dimenticare il grande scimmione che si innamora come un ragazzino di una biondina e decide di prenderla in ostaggio: King Kong. Il capolavoro che ne fecero Cooper e Shoedsack nel 1935 rimane senza ombra di dubbio irripetibile. Gli effetti speciali di Carlo Rambaldi, nel remake del 1976, con Jeff Bridges e Jessica Lange, non riescono certo a competere con quelli del suo modello ispiratore, che costarono una fortuna per lepoca, quasi 750.000 dollari e 60 metri di pellicola. Non parliamo di perfezione tecnologica, ma della genialità delle realizzazioni, effettuate con pochi ma ingegnosi mezzi. Senza parlare delle urla più famose di Hollywood lanciate dalla povera Fay Wray stretta nelle mani dellenorme scimmione. Il solo pregio della versione del 76, oltre a far vincere un meritato Oscar a Rambaldi, fu il debutto della giovane e piuttosto piacente Jessica Lange, che regalò una nuova e fulgida stella al mondo cinematografico Hollywoodiano. Altro eroe da annoverare tra i personaggi più frequentemente rifatti è il rattoppato Frankenstein, nato dalla penna della diciottenne Mary Shelley. Su quale sia il primo Frankestein in pellicola in realtà cè molto da discutere: la storia del cinema ne annovera ben tre versioni comprese tra il 1910 e il 1922, di cui una dellitaliano Eugenio Testa, mentre la critica considera la versione di James Whale del 1931, il primo vero Frankestein, con Boris Karloff interprete delle vicissitudini di questo disgraziato eroe. Tra i remake ricordiamo solo lesilarante e gentile Frankenstein junior diretto da Mel Brooks con Gene Wilder e il compianto Marty Feldman e la ridondante e frenetica versione di Kenneth Branagh del 1994 Frankenstein di Mary Shelley. Il geniale Whale, che si ritirò dopo solo dieci anni di carriera, fu autore fra laltro dell Uomo invisibile, anchesso largamente rifatto nel corso dei decenni successivi la cui lultima versione è quella piuttosto mediocre di Paul Verhoeven della passata stagione.  
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