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I disincantati
La Parigi del '68 vive e si respira ancora oggi. Per le strade, nei caffè, nelle libreria, nei cinema e anche nella consapevolezza dei cambiamenti che quel periodo storico ha impresso sulla città.

14.07.2003 - Autore: Chloé Barreau
La Parigi del \'68 vive e si respira ancora oggi. Per le strade, nei caffè, nelle libreria, nei cinema e anche nella consapevolezza dei cambiamenti che quel periodo storico ha impresso sulla città.
Che cosa è rimasto della grande festa del '68?
Per il giovane parigino di oggi, la vera rivoluzione è stata sessuale, il più grande tributo è stato sicuramente la liberazione dei costumi. Non per caso fu precisamente la rivendicazione di dormitori misti nella residenza universitaria di Nanterre, ad accendere la tormenta parigina del maggio '68. Le ragazze parigine di oggi devono probabilmente la loro particolare emancipazione alle loro madri.
Al '68 dobbiamo anche l'asfalto liscio che ricopre oggi le strade della città. Nella rue Gay Lussac e il boulevard Saint Michel, teatro delle prime barricate, i cubetti dell'antica pavimentazione furono usati come proiettili contro i poliziotti. Affinché non si possano riprodurre tali smembramenti di strade, le autorità comunali cambiarono definitivamente la rete viaria urbana, che fa oggi la felicità dei rollerblade.
Si respira ancora molto l'aria di quel periodo nel quartiere che fu il fulcro degli eventi, il quartiere latino: tra la Sorbonne e il Teatro dell'Odéon, (quartieri generali occupati all'epoca), si continua a rifare il mondo alla terrazza dei cafés. Le librerie politiche sono rimaste. Passeggiando verso il Mercato Saint Germain, le Bistrot Chez George, rue des Canettes, è ancora popolato di una clientela tipicamente sessantotina, quella vera, quella che ha vissuto abbastanza male il ritorno alla realtà ed è rimasta fedele agli ideali.
Per il resto, molti dei puri protagonisti della grande «illusione lirica», diventati i dirigenti dei media, dettano ora il gusto di Parigi, tra snobismo intellettualoïde e liberismo cinico.
La Parigi di oggi è anche questa figlia del sessantotto, che ha riconvertito la libertà nell'individualismo.
Questo passaggio vissuto senza contraddizione dalla Rivoluzione alla società dei consumi lascia un po' storditi gli studenti di oggi, disincantati davanti a questo malinteso storico, persi nei cammini segreti di quest'incomunicabile memoria che attraversiamo in silenzio.