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I conti in tasca

I conti in tasca

Pearl Harbor

25.06.2001 - Autore: Luca Persiani
Ora che il budget medio di un film hollywoodiano si è alzato notevolmente e il \"Titanic\" di James Cameron con i suoi 200 milioni di dollari di costo totale ha sanzionato l\'apertura dell\'era dei blockbuster \"peso massimo\", nella classifica delle pellicole più costose occupano un posto sempre più importante le produzioni recenti. Se un tempo gli elementi che facevano crescere il costo di un film erano lo sfarzo delle costruzioni scenografiche, l\'abbondanza di set, le numerose comparse e il compenso dei divi, ora dobbiamo aggiungere necessariamente anche l\'investimento in effetti speciali, soprattutto digitali, che quasi sempre integrano le immagini \"reali\", a volte in modo clamoroso, altre in modo più sottile e quasi impercettibile. Mai come oggi fra gli executive di Hollywood è diffusa la convinzione che un enorme successo sia raggiungibile con un\'enorme spesa. Certo però il cinema del passato continua a detenere record ragguardevoli: \"Il mago di Oz\" di Victor Fleming costò la bellezza di 2 milioni 700mila dollari nel 1939: il cane Toto riceveva la paga di 125 dollari a settimana, e vennero spesi circa 80.000 dollari per una scena (nota come \"The Jitter Bug\") poi mai montata. Si stima che un paio delle scarpette originali di Dorothy utilizzate per le riprese valgano circa 1 milione e mezzo di dollari, le \"memorabilia\" più costose di Hollywood. Anche \"Via col vento\" sempre di Victor Fleming e sempre del \'39, costato quasi 4 milioni, batte qualche record: i diritti del libro vennero opzionati per l\'allora stratosferica cifra di 50.000 dollari, nelle scene più complesse vennero impiegate 1600 comparse, di cui 800 manichini. Vivian Leigh ricevette la paga di 25.000 dollari per 125 giorni di lavorazione, mentre Clarke Gable ben 120.000 per soli 71. Un salto negli anni \'60 e troviamo uno dei film più costosi di sempre, \"Cleopatra\" di Joseph L. Mankiewicz, con un budget che nel \'62 toccò i 44 milioni di dollari! Elizabeth Taylor fu la prima star a sfondare il tetto del milione di dollari di compenso per un singolo film. La produzione oltre a dover sopportare i costi di sontuose scenografie e di centinaia di comparse dovette fronteggiare il furto a Cinecittà di materiale vario per svariati milioni di dollari. Ma è negli anni \'90 che i costi lievitano oltre ogni limite in modo sistematico: se \"Waterworld\" (1995, di Kevin Reynolds) costa circa 175 milioni di dollari a causa della grande difficoltà di girare in mare aperto, ci sono alcuni produttori come Jerry Bruckehimer e la coppia Dean Devlin/Roland Emmerich che hanno ormai fatto del supercostoso un marchio di fabbrica. Oltre il citato Pearl Harbor, Bruckheimer produce nel 1998 il fantascientifico \"Armageddon\", di Michael Bay, spendendo 140 milioni di dollari, e Devlin/Emmerich mettono in piedi il loro \"enorme\" omaggio/remake al lucertolone giapponese Godzilla nello stesso anno con \"solo\" 123 milioni. Nuovi traguardi nei costi del blockbuster natalizio sono stati segnati da \"Il Grinch\" di Ron Howard, costato ben 125 milioni di dollari. Ma anche l\'animazione può essere molto dispendiosa: per il suo \"Dinosauri\" la Disney pare abbia speso 127 milioni di dollari fra disegni a mano, riprese in locations reali e grafica digitale.