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I 75 anni di Michael Douglas, buon compleanno a uno degli attori più impavidi

L'attore, due volte premio Oscar, compie tre quarti di secolo il 25 settembre. Quali sono i film migliori per farsi travolgere dal suo talento?

24.09.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
E' nato un 25 settembre di settantacinque anni fa, Michael Douglas, e la prima cosa che viene in mente quando pensiamo all'attore è l'immagine di un uomo elegantissimo, che indossa sempre giacca e cravatta e scarpe da almeno duemila dollari (mille a piede). Una persona in grado di trasformarsi in uno squalo: un Gordon Gekko, ruolo che gli ha fatto vincere l’Oscar come migliore attore protagonista (il secondo, dopo la vittoria come produttore di Qualcuno volò sul nido del cuculo). Un businessman che odia il contatto umano, come il protagonista dello splendido The Game, un uomo che "sta diventando troppo stronzo”.



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Ha indossato un abito elegante anche come presidente degli Stati Uniti, uno dei migliori comandanti in capo che il cinema abbia mai avuto. Il presidente, sceneggiato da Aaron Sorkin, è ancora oggi uno dei più efficaci date-movie. Un titolo perfetto per il primo appuntamento. 
 
Il tizio che sa vestire e che ha a che fare con una posizione di potere è un archetipo dei personaggi inclusi nella filmografia di Douglas. Quello più visibile, la punta dell’iceberg del suo talento. Sotto la superficie si nasconde anche il duro, un personaggio che l'attore ha interpretato in thriller come Basic Instinct, dove a un certo punto rinunciava a giacca e cravatta per indossare t-shirt che coprivano solo in parte il suo petto e successivamente denudarsi. E' stato duro anche in Black Rain – Pioggia sporca, film che ha appena compiuto trent'anni. Uno dei titoli della sua carriera che si tende facilmente a non ricordare, e allo stesso tempo uno dei suoi lavori migliori (dietro la macchina da presa c’era Ridley Scott). 

 
Dunque ci sono il potente e il duro. Poi c'è il tipo goffo. Un personaggio che sta all’opposto del tizio in giacca e cravatta. Un versione "grande Lebowski" di quei due tipi di ruolo. Prendiamo per esempio il ruolo di Sandy ne Il metodo Kominsky, insegnante di recitazione che vive ogni giorno come se facesse un passo in più verso la tomba. Vederlo protagonista di una delle serie più interessanti e spassose disponibili su Netflix significa essere testimoni di un qualcosa che Douglas ha provato rarissime volte nella sua carriera: far ridere interpretando dei perdenti cronici.

Personaggi come il professore universitario Grady Tripp protagonista di Wonder Boys. Un grande film. Una riflessione esilarante sul fallimento, in cui la performance di Douglas guida un cast in stato di grazia composto anche da Robert Downey Jr. nella fase pre-Iron Man e Frances McDormand. Sullo schermo l'attore se ne va in giro pieno di acciacchi e con indosso una camicia da notte di color rosa. Eccolo fumare erba e mantenere sempre la calma, anche davanti a situazioni disperate. Ogni risata generata da quel film è una geniale evoluzione dell'amarezza che colpisce all'istante chi sta a guardare. I tempi comici di Douglas sono perfetti: avrebbero dovuto quantomeno candidarlo all'Oscar. E invece oggi Wonder Boys è uno dei titoli meno celebri della sua filmografia.  

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I tre quarti di secolo compiuti da Michael Douglas, nato a New Brunswick nel New Jersey il 25 settembre 1944, sono dunque l'occasione di riconsultare, rispolverare o riscoprire il suo lavoro straordinario. Si parla sempre dei Nicholson, dei Pacino e dei De Niro. Se quella è la trinità di grandi attori di fine millennio, artisti che hanno dato il massimo lasciando sempre un segno nel cinema, Douglas è invece riuscito a trovare la forza di sperimentare, e cambiare il suo approccio alla recitazione. E' quello dei "grandi vecchi di Hollywood" che ci ha spiazzato di più. 



Lo ritroveremo presto nei nuovi episodi di Il metodo Kominsky, in arrivo su Netflix dal 25 ottobre. Otto nuovi capitoli, ciascuno lungo mezz'ora, in cui Sandy e Norman (il co-protagonista Alan Arkin) continuano a esplorare la loro lunga amicizia. Due amici che affrontano gli ostacoli della vita una volta superati i settanta in una Los Angeles “che non perdona chi invecchia”. Sandy avrà un nuovo nemico, il fidanzato della figlia (interpretato da Paul Reiser), un uomo più vicino alla sua età che a quella della ragazza. Il vedovo Norman invece troverà un nuovo amore, una vecchia fiamma interpretata da Jane Semour. C'è poco da scommettere: sarà un binge-watching istantaneo. 

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