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I 40 anni di Hair, curiosità e ragioni per riscoprirlo

È il momento di un importante anniversario, quello del film di Miloš Forman divenuto un cult della controcultura hippie degli anni '60.

12.03.2019 - Autore: Mattia Pasquini
L'Era dell'Acquario dovrebbe arrivare solo intorno al 2.600, ma poco importa… Basta citarla - sentendo le prime note della canzone cantata da Ren Woods - per pensare a un unico film: Hair di Milos Forman. Basata sull'omonimo musical rock di James Rado, Gerome Ragni Galt MacDermot del 1967, la sua versione cinematografica continua a essere oggi un titolo Cult, forte di una colonna sonora immortale e della incredibile combinazione di immagini e musica messa in scena dal genio di Qualcuno volò sul nido del cuculo e Amadeus.



Un film esuberante, rimasto un simbolo della controcultura hippie - per quanto arrivato 'a tempo scaduto' rispetto alla versione Off-Broadway originale - per aver saputo riproporre le inquietudini di quella generazione. Un'elegia antimilitarista che conquista e coinvolge con il dinamismo delle sequenze musicali prima che per il messaggio che trasmette. Ben oltre le toccanti sequenze finali. La libertà concessa al regista dalla forma cinematografica rispetto alla teatrale, e la sua scelta di girare principalmente in esterni, si rivelano essenziali dare corpo a dei testi perfettamente integrati con la  narrazione per immagini di un omaggio a pace e amore la cui energia continua a non essere intaccata dal passare del tempo.

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Di seguito la sinossi di quello che viene annoverato tra i più bei musical della storia del cinema: Claude Bukowsky (John Savage, La sottile linea rossa) è un ragazzo di campagna arrivato a New York per un “appuntamento” con l’ufficio reclutamento dell’esercito. Finisce, però, in un raduno hippy a Central Park, dove s’innamora della bella Sheila (Beverly D’Angelo, American history X). Aiutato da Berger (Treat Williams), un leader pacifista, e spinto ad autoinvitarsi ad una festa per dichiarare il proprio amore a Sheila, Claude comincia un’avventura che lo porta in prigione, nel lago di Central Park e, alla fine, nell’esercito. Ma lo sforzo finale di Berger per salvare Claude dal Vietnam mette in moto uno strano destino, con incredibili conseguenze.



Sebbene il film sia basato sul musical teatrale, la trama differisce da quella originaria, i personaggi sono caratterizzati diversamente e anche le canzoni sono interpretate in un altro ordine rispetto a quella versione.

L'iniziale accenno musicale si riferiva alla canzone Aquarius, tema principale del film e inno dei figli dei fiori. Presente nella colonna sonora nella versione originariamente interpretata dai 5th Dimension (grazie alla quale rimasero per 6 settimane al numero 1 in USA con 3 milioni di copie vendute) nel medley con Let the Sunshine In, in tempi più recenti è stata utilizzata sia nella Soundtrack di Forrest Gump sia negli spot pubblicitari della bevanda Aquarius e della banca Capitalia.

Per riscoprire - o conoscere - la colonna sonora

L'anniversario che si festeggia, come detto, è il quarantesimo, riferendosi all'uscita del film del 14 marzo 1979. Data della Premiere californiana di Century City e della distribuzione nei cinema di New York (mentre in quelli di Los Angeles arrivò il giorno successivo).

La prima presentazione europea fu quella del 32º Festival di Cannes, dove - pur Fuori Concorso - venne proiettato come film d'apertura della kermesse.



Nella prima versione teatrale, era Diane Keaton a cantare White Boys/Black Boys. Ma dopo l'uscita del film, essendo l'attrice ormai diventata famosa, fu impossibile che potesse riprendere quel ruolo nelle produzioni del 1967 finendo con l'esser sostituita da Ellen Foley.

I più grandi detrattori del film furono - come spesso accade - gli stessi autori della colonna sonora Gerome Ragni e James Rado. Secondo loro il film non riusciva a cogliere l'essenza del musical di Broadway finendo con il dare degli hippies una immagine aberrante e slegata dal movimento pacifista degli anni '60.

La versione in Blu-ray di Hair

Nella promozione dell'epoca il film, oltre a esser annunciato come "il miglior film musicale dai tempi di Cabaret", venne definito "Il Guerre Stellari dei Musical". Ancora oggi, invece, resiste il 'sottotitolo' ufficiale di "American Tribal Love-Rock Musical".

La meticolosità del regista di origine ceca trovò conferma nella lunga fase di casting, che tra provini e contatti di grandi nomi potenzialmente coinvolgibili, durò più di un anno. Tra i tanti che si presentarono alle audizioni ci furono anche due giovanissimi Madonna e Bruce Springsteen.

Solo per le sequenze girate a Central Park furono circa diecimila i newyorkesi ingaggiati come comparse nei numeri relativi a "Colored Spade", "Ain't Got No" ("I'm Black") e "Aquarius".



Sempre riguardo al regista, la leggenda vuole che lo scomparso Milos Forman avesse tentato di realizzare una produzione teatrale di Hair a Praga nel 1968, tentativo vanificato dall'invasione sovietica della Cecoslovacchia.

Inoltre, pare che Forman avrebbe voluto avere Brad Dourif nel ruolo di Claude Hooper Bukowski. Mentre andò sul sicuro con John Savage, che aveva già diretto nel suo film precedente Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975). Per Savage fu il secondo film consecutivo sul Vietnam dopo la partecipazione a Il cacciatore (1978).

Un primo tentativo di produrre il film risale all'inizio degli anni '70, quando avrebbe dovuto essere affidato a George Lucas, che lo rifiutò perché impegnato nello sviluppo di American Graffiti (1973).

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