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Hugh Laurie: "La televisione mi tenta"

Intervista esclusiva all'ex Dr. House, protagonista della commedia Scusa, mi piace tuo padre

Hugh Laurie

05.12.2012 - Autore: M.T.
Hugh Laurie rimarrà per sempre scolpito nella memoria collettiva come Dr. Gregory House, ma la sua carriera cinematografica è proceduta di pari passo, e ora è giunto il momento di svincolarsi per sempre dal personaggio che lo ha reso famoso e lasciare la televisione per un lavoro a tempo pieno al cinema. La prima mossa è la partecipazione alla commedia Scusa, mi piace tuo padre di Julian Farino, dove interpreta un uomo di mezza età che si innamora, ricambiato, della figlia del suo migliore amico e vicino di casa, con ripercussioni tragicomiche nella vita di due famiglie da sempre inseparabili. A seguire la nostra intervista esclusiva.

Hugh Laurie intervista esclusiva Scusa mi piace tuo padre Dr House - Hugh Laurie e Leighton Meester

Hugh, probabilmente ti sono stati offerti molti script, perciò cosa ti ha spinto a scegliere Scusa, mi piace tuo padre?
La tabella di marcia di una serie televisiva come quella che abbiamo fatto, ventiquattro episodi da girare in dieci mesi, lascia poche opportunità di trovare altri progetti quando fai una pausa. Questo non significa essere disposti a fare qualunque cosa pur di riempire quelle date, ma piuttosto che si cerca di utilizzare quel buco per fare qualcosa in cui si creda veramente e questo vuol dire soprattutto trovare una buona sceneggiatura. Ne ho lette diverse prima di Scusa, mi piace tuo padre e devo dire che l'ho trovata divertente e compassionevole. Mi è piaciuta molto.

C'è un messaggio nel film?
Credo che il messaggio sia particolarmente ottimista. Penso che sia confortante il fatto che, nonostante un danno sia stato fatto e le relazioni vengano fratturate, alla fine ti rendi conto che non è la fine del mondo.

Perché tutti sopravvivono e la vita va avanti?
Sì. Rischiamo sempre di chiuderci in una bolla di convenzioni e abitudini – io stesso sono una persona molto convenzionale. Entriamo in una routine, sia essa il modo in cui vestiamo, pensiamo, il lavoro che facciamo o il modo in cui ci rapportiamo con gli altri, e pensiamo che se mai la lasceremo il mondo cesserà di esistere e noi smetteremo di essere ciò che siamo. Trovo il film ottimista perché ci dice che possiamo sopravvivere a tutto. Sì, l'amore tra David e Nina crea grossi sconvolgimenti e tanto dolore, ma i personaggi continuano a volersi bene e a trattarsi con generosità e gentilezza senza che il mondo esca dal suo asse.

Materiale che deve essere trattato con i guanti, no?
Nelle mani sbagliate potrebbe risultare squallido e magari per alcuni avrà quell'effetto comunque, non so. Qualcuno ha detto che a Los Angeles l'impatto della storia è ridotto perché ovunque ti giri vedi cinquantenni a cena con ventenni. Ma in altre parti del mondo, e certamente altre parti dell'America, potrebbero reagire come se fosse Lolita. Perciò forse alcuni saranno più turbati di altri, ma non credo che sia questo il punto della questione: la cosa succede e David non l'aveva calcolata, anzi tenta di fare il suo meglio per evitarla. Nessuno sfrutta nessun altro: sono solo due persone leggermente incasinate e sole, che fanno qualcosa di cui poi si pentono e che probabilmente non avrebbero dovuto fare.

Hugh Laurie intervista esclusiva Scusa mi piace tuo padre Dr House - Foto di famiglia dal film

Il successo del Dr. House ti ha preso alla sprovvista?
Beh, un po' sì. Penso fosse inusuale – e anche piuttosto improbabile – un inglese che interpretava un americano in una serie TV americana. Ovviamente, adesso Damien Lewis (la star di Homeland) si sta godendo il successo e non è considerato strano, ma dieci anni fa non era così. Credo che molti attori americani abbiano un approccio diverso alla recitazione. Per gli inglesi ci sono due livelli di immedesimazione: prima devi immaginare di essere quella persona e poi quella persona in quella particolare situazione. Gli americani, o alcuni di loro almeno, saltano questa tappa e si chiedono semplicemente “Cosa farei io?”. Alle grandi star viene chiesto solo di interpretare se stesse. Anzi, è proprio il pubblico a chiederlo. Essendo io inglese, tendo a non interpretare me stesso, a nascondermi, e questa è parte della ragione per cui fare l'attore.

Accetteresti di fare un'altra serie a lungo termine?
La mia risposta immediata è sempre stata “No”, perché è estenuante interpretare il protagonista di una serie TV per ventiquattro puntate all'anno. È come girare dieci film uno dietro l'altro e sei sul set per quindici, sedici ore al giorno tutti i giorni, non vedi la luce del sole e rischi di impazzire. All'inizio pensavo che fisicamente non sarei mai riuscito a rifarlo. Ma poi inizi a leggere le cose che ti propongono e devo dire che c'è una specie di energia e uno slancio in televisione davvero rinfrescanti, mentre si fanno tanti film scritti e diretti in maniera pigra. Nel lavoro sono molto presbiteriano, credo che impazzirei a fare un cruciverba mentre aspetto di girare la prima scena a metà pomeriggio. In televisione, invece, ci sono scadenze e quindi c'è più disciplina.

Quindi sempre che la cosa potrebbe tentarti...
A dire il vero, nelle ultime due settimane ho ricominciato a pensare alla televisione. In parte è perché ho amato tantissimo il Dr. House: è come se fosse morta una persona a me cara e un periodo di lutto sembra appropriato. Non voglio iniziare subito un'altra relazione e non vorrei accettare un lavoro che spinga la gente a guardare House sotto un'altra luce. Preferisco quindi che prima si calmino le acque.

In uscita il 6 dicembre, Scusa, mi piace tuo padre è distribuito in Italia da M2 Pictures. Qui il trailer.