NOTIZIE

Harry Potter e il calice di fuoco

Oscuro e tenebroso l'ultimo capitolo delle avventure del piccolo mago segna un nuovo passo verso il passaggio della saga di Harry Potter da prodotto cinematografico ad epopea adulta, capace di soddisfare ogni tipo di pubblico

harry potter e il calice di fuoco

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Harry Potter and the Goblet of Fire, Usa, 2005.
REgia di Mike Newell;
con Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Brendan Gleeson, Michael Gambon, Ralph Fiennes.

Giunta al quarto episodio in cinque anni, questa saga del giovane mago più famoso del mondo sta dimostrando di possedere, all’interno di opere comunque destinate al grande pubblico ed a incassi stratosferici, un desiderio di rinnovamento estetico che non può non incuriosire. Dopo i due film diretti da Chris Columbus, che aveva improntato una messa in scena in maniera abbastanza convenzionale – con esiti a dire il vero molto deludenti nel secondo episodio – già da “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban” (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban, 2003) la decisa impronta visiva di Alfonso Cuaron aveva rivitalizzato la qualità artistica del film retto sull’interessante sceneggiatura di Steve Kloves, che nella seconda parte “riavvolgeva” il film su se stesso creando un notevole effetto di straniamento.

Pur con una struttura narrativa più classica e decisamente lineare, “Harry Potter e il calice di fuoco” dimostra di voler continuare l’esperimento di rendere più “adulta” e stratificata la messa in scena: in molti momenti il film, diretto questa volta dell’inglese Mike Newell, vira verso una visionarietà cupa ed angosciante, ed in non poche scene sconfina nel territorio dell’horror. Il risultato finale è una pellicola che a livello filmico si muove con disinvoltura su un doppio binario, quello “mainstream” dello spettacolo per famiglie e quello più sotterraneo del prodotto comunque capace di proporre allo spettatore qualcosa di più rispetto al semplice spasso. Dietro la solita impeccabile confezione quindi il quarto episodio di Harry Potter cela un cuore pulsante più oscuro ed ambiguo, che non può non affascinare il pubblico affezionato che sta crescendo insieme al giovane protagonista. Unico difetto della pellicola sta nel non aver saputo mescolare con perfetta coerenza la storia principale che porta avanti la vicenda con le varie sotto-trame, che in alcuni momenti vengono fuori in maniera inopinata e spostano l’interesse in altre direzioni. Lo sviluppo dei rapporti tra Harry, Ermione e Ron nella parte centrale del lungometraggio sembra soffocare la trama principale, ed il film conseguentemente risente di un certo appesantimento del ritmo narrativo.

Spostando l’attenzione sulla performance dell’ormai innumerevole schiera di caratteristi britannici che hanno preso parte ai vari componenti della saga, in questo “Harry Potter e il calice di fuoco” vogliamo segnalare la divertente (e divertita) interpretazione della “new entry” Brendan Gleeson, senza dubbio il migliore in scena.

Maggiormente oscuro e tenebroso rispetto ai precedenti, l’ultimo capitolo delle avventure del piccolo mago e della scuola di Hogwarts segna un nuovo passo verso il passaggio della saga di Harry Potter da semplice prodotto cinematografico di consumo ad epopea adulta e capace di soddisfare ogni tipo di pubblico.