

NOTIZIE
Harry Potter 3
Nel terzo attesissimo episodio - "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" (diretto da Cuaròn) -, molte cose cambiano. Atmosfere più cupe e realtà più complesse. I bambini continuano a sognare a occhi aperti davanti allo schermo.

12.04.2007 - Autore: Matteo Nucci
Regia: Alfonso Cuarón
Cast: Daniel Radcliffe, Gary Oldman, Robbie Coltrane, Rupert Grint e Emma Watson.
Harry Potter cresce.
Le atmosfere sono diventate cupe, notturne, quasi dark. Lui è diventato più iroso e meno disponibile ai compromessi. Nei suoi compagni si sono acuite le tensioni originarie. Eppure tutto appare più lieve, in un certo senso più malinconico. E le risposte sono più complesse. Le paure più forti. Il torbido più intenso. Nulla è come appare, questo lo sapevamo fin dall'inizio, ma la complessità del 'reale' è sempre più dirompente.
Nel terzo episodio della saga, "Il prigioniero di Azkaban", primo (e ultimo) diretto da Alfonso Cuaròn ("Y Tu Mama Tambien"), la luce del sole si fa spazio fra gli alberi dopo una buona mezzora. È durante una lezione che Rubeus Hagrid ha finalmente la possibilità d'impartire, dando suggerimenti su come trattare il bellissimo ippogrifo di nome Fierobecco. E sparisce subito, quella luce leggera, nel volo fantastico che porta Harry sul lago e fra i boschi, tra le guglie di Hogwarts e oltre nuvole quasi metalliche. È un volo liberatorio che è quasi il paradigma del nuovo Harry Potter. Perché Harry Potter, appunto, cresce.
La notte la fa da padrona in questo episodio dall'inizio vibrante, ben girato, pieno di novità e allusioni che nei precedenti film mancavano. Harry non sa trattenere l'ira per l'oltraggio che la sorella dello zio sparge sui genitori e la condanna a un'obesità da donna cannone. Hermione non sa trattenersi dal liberare un pugno contro l'odioso Malfoi. Silente (Michael Gambon, stavolta, al posto dello scomparso Richard Harris) non riesce a mascherare la sua complicità. Al tempo stesso, Harry piange disperatamente e si lascia coccolare, Hermione comincia a mettere in dubbio la difesa che si è costruita con i libri e arriva ad abbandonare la classe come una ragazza fiera in pieno femminismo adolescenziale.
Crescono tutti, insomma. Le divise sono relegate ai momenti ufficiali, per il resto l'abbigliamento casual rivela mode contemporanee, mentre la ricerca del prigioniero fuggito da Azkaban immerge Hogwarts in atmosfere da incubo. Volteggiano nei dintorni i terribili dissennatori, le guardie del carcere, spietate e per natura poco intelligenti, capaci di succhiare l'anima di chi si metta sul loro cammino. Il timore di Harry per il presunto omicida dei genitori è superato dall'orrore per i dissennatori, mentre la sete di conoscenza, anche quella, inesorabilmente, è cresciuta.
Capire, però, stavolta, non è affatto semplice (ma lo è mai stato?). I trucchi che insegna il nuovo insegnante di difesa contro le Arti Oscure, Remus Lupin (David Thewlis), sono geniali massime di vita sopprimere le proprie paure sotto un cumulo di risate, dando forza all'aspetto ridicolo che è più proprio di quella paura stessa , ma sono ancora poco di fronte alla complessità che viene ad aprirsi nei rapporti fra il professore stesso, Sirius Black (l'evaso, Gary Oldman), il professor Piton e un animaletto assolutamente sorprendente.
Del resto, in questo notturno Harry Potter III, la fanno da padroni gli animali: lupi mannari e mostri che dicono un futuro di pericolo nel nuovo corso di divinazione (condotto da Sibilla Cooman, ossia Emma Thompson), s'intrecciano a gatti e topi, alla fondamentale vita dell'ippogrifo, nonché all'animale più potente: il tempo. Non il tempo così duro e rigido che immerge anche la partita di Quidditch in atmosfere da brividi, ma il tempo sovrano, quello che la piccola Hermione sa come sfidare.
Su tutto la storia dei genitori di Harry, la loro forza, i loro occhi e la loro bontà. Le amicizie che avevano saputo costruire e quelle stesse amicizie che il figlio ha riplasmato. I rapporti leali e sinceri. La verità prima di ogni cosa. Anche quando si scoprono realtà che si vorrebbe dimenticare e sembra difficile comunicarle. Ma se cresce tutto in questo terzo attesissimo episodio che tiene incollati agli schermi gli occhi dei bambini più piccoli, non potevano che crescere anche loro, le amicizie.
(ha collaborato Ilaria Romanelli)