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Gli Oscar di film.it

Alla fine di ogni stagione cinematografica è necessario (e divertente) tirare le somme e fare il punto di quanto buon cinema si è più o meno visto.

The Prestige

13.08.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Alla fine di ogni stagione cinematografica è necessario (e divertente) tirare le somme e fare il punto di quanto buon cinema si è più o meno visto. A conti fatti questa stagione 2006/07 si è rivelata probabilmente inferiore alle aspettative, in quanto molte pellicole potenzialmente degne del massimo interesse si sono rivelate poi essere al di sotto delle aspettative: prendiamo ad esempio l’ultimo lavoro sperimentale del grande David Lynch, che con “INLAND EMPIRE” è tornato a muoversi verso, meandri oscuri e stavolta incomprensibili, vicini all’astrattismo della videoarte. Altre delusioni sono stati poi i blockbuster destinati agi grandi incassi, fatta eccezione la sorpresa in positivo di “Transformers”: opere strabordanti di effetti ed incapaci a gestire un ritmo narrativo fluido e lucidamente designato; su tutti basta prendere l’esempio di “Spider-Man 3”.

Ma passiamo a raccontare invece quanto di buono questa stagione ci ha regalato: prima affermazione su tutte quella di un ritrovato Martin Scorsese, che è finalmente arrivato all’Oscar con sua sinfonia contemporanea di “The Departed”: un film sicuramente più costruito rispetto ai suoi capolavori, ma comunque un congegno ad orologeria di rarissima precisione e bellezza.
Se dovessimo però assegnare il premio ideale alla miglior pellicola, non avremmo nessun dubbio nel consegnarlo a “The Prestige” di Christopher Nolan, opera che alla potenza espressiva si una grande messa in scena accompagna un testo le cui stratificazioni rendono sempre più avvincente l’opera col passare delle visioni. Consigliamo quindi di vederlo e rivederlo, in modo da apprezzarne tutti i sottotesti ed i rimandi.

Altra conferma arriva dal genio visivo di Michael Mann, che con “Miami Vice” ha continuato il suo personale discorso estetico lavorando però su un tipo di materiale che non tende più alla stilizzazione e all’asciuttezza, ma al contrario esplode verso l’esterno travolgendo quasi lo spettatore. Il risultato è sicuramente alterno, ma lo spettacolo meramente visivo lascia senza fiato. Ed un accenno merita a nostro avviso anche il sottovalutato “Lady in The Water” di M. N. Shyamalan, che dietro la sua anche troppo esplicita dichiarazione d’intenti nasconde un cuore sincero e pulsante.

Ed il cinema italiano? Nonostante i numerosi e soddisfacenti successi al botteghino a nostro avviso non c’è da essere troppo entusiasti: i lungometraggi veramente valevoli sono stati pochissimi, forse soltanto “Nuovomondo” di Emanuele Crialese e “Mio fratello è figlio unico” di Daniele Luchetti. Per il resto il cosiddetto “prodotto medio” sembra tendere a livellarsi verso il basso, processo che dovrebbe sempre destare qualche perplessità. La vera nota lieta per il nostro cinema viene però da Hollywood, dove Muccino con “La ricerca della felicità” ha finalmente trovato equilibrio e sobrietà su cui poggiare il suo virtuosismo stilistico.
Chiudiamo con i nostri personali premi, che ovviamente sono un gioco e come tali vanno presi:

Miglior film della stagione: THE PRESTIGE
Miglior regista: Michael Mann per MIAMI VICE
Miglior interpretazione: Leonardo Di Caprio per THE DEPARTED
Miglior film italiano: NUOVOMONDO
Film sorpresa: LE VITE DEGLI ALTRI
Film delusione: SPIDER-MAN 3