
Emblematico in tal senso è proprio l’ultimo episodio, in cui i due uomini già protagonisti del prologo, impenitenti dongiovanni con mogli e figli a casa ad aspettarli dopo le frequenti notti a base di sesso adulterino, decidono di “farsi Las Vegas” per scoprirsi poi [ATTENZIONE SPOILER], dopo una serata senza freni, omosessuali e innamorati l’uno dell’altro. E diventare quindi una celebrità locale, grazie a spettacoli all’insegna di un gusto assolutamente queer. [FINE SPOILER]

In questo capitolo conclusivo c’è un po’ tutto lo spirito del film, i suoi limiti e i suoi pregi. Il difetto maggiore dell’intera operazione è la continua alternanza tra farsesco e realistico. Alcuni brevi episodi sono puri e semplici sketch comici basati su un’unica idea, altri invece sono cortometraggi in cui si cerca di analizzare con uno sguardo lucido e non superficiale un tema come quello dell’infedeltà, delineandone con una certa precisione psicologica i protagonisti. Dalla triste parabola di un maturo dentista che si invaghisce di una sua giovanissima paziente, alla coppia che in una notte rivelatoria si confida i rispettivi tradimenti. Passando per il tragicomico ritratto di un professionista, fuori città per un convegno, alla ricerca spasmodica di un fugace flirt (quest’ultimo è diretto da Michel Hazanavicius, grazie a cui Dujardin ha vinto l’Oscar per “The Artist”).
“Gli infedeli”, in uscita il 4 maggio, è distribuito da BIM.