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Gli infedeli - La nostra recensione

Una fenomenologia cinematografica in sette episodi dell'infedeltà maschile. Ideata e interpretata da Jean Dujardin e Gilles Lellouche

Gli infedeli - Jean Dujardin

03.05.2012 - Autore: Guglielmo Maggioni
Un film a episodi, a tema, diretto da diversi registi, e costruito su una celebre coppia d’attori. Sulla carta, un progetto che ricorda alcune perle del cinema degli anni Sessanta (da “Boccaccio ’70” a “RoGoPaG”, passando per “Paris vu par…”). Un collegamento richiamato poi dalla decappottabile rossa d’epoca che apre la pellicola o dalla musica e grafica dei titoli di testa. Ma i riferimenti finiscono qui. “Gli infedeli” (sette variazioni sul tema, tutte interpretate da Jean Dujardin e Gilles Lellouche, che si riservano inoltre la regia dell’ultimo capitolo) è infatti opera assolutamente contemporanea. Lo è nel suo alternare la cinica ironia dei due protagonisti con uno sguardo a volte molto lucido su una triste e amara quotidianità di tante tipiche coppie borghesi di oggi, fatta di insoddisfazioni, frustrazioni e tanta menzogna. Ma anche nel non voler prendere in fondo una posizione sulla realtà che si vuol descrivere e raccontare.

Gli infedeli recensione jean dujardin

Emblematico in tal senso è proprio l’ultimo episodio, in cui i due uomini già protagonisti del prologo, impenitenti dongiovanni con mogli e figli a casa ad aspettarli dopo le frequenti notti a base di sesso adulterino, decidono di “farsi Las Vegas” per scoprirsi poi [ATTENZIONE SPOILER], dopo una serata senza freni, omosessuali e innamorati l’uno dell’altro. E diventare quindi una celebrità locale, grazie a spettacoli all’insegna di un gusto assolutamente queer. [FINE SPOILER]

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In questo capitolo conclusivo c’è un po’ tutto lo spirito del film, i suoi limiti e i suoi pregi. Il difetto maggiore dell’intera operazione è la continua alternanza tra farsesco e realistico. Alcuni brevi episodi sono puri e semplici sketch comici basati su un’unica idea, altri invece sono cortometraggi in cui si cerca di analizzare con uno sguardo lucido e non superficiale un tema come quello dell’infedeltà, delineandone con una certa precisione psicologica i protagonisti. Dalla triste parabola di un maturo dentista che si invaghisce di una sua giovanissima paziente, alla coppia che in una notte rivelatoria si confida i rispettivi tradimenti. Passando per il tragicomico ritratto di un professionista, fuori città per un convegno, alla ricerca spasmodica di un fugace flirt (quest’ultimo è diretto da Michel Hazanavicius, grazie a cui Dujardin ha vinto l’Oscar per “The Artist).

Gli infedeli”, in uscita il 4 maggio, è distribuito da BIM