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"Girlfight"

"Girlfight"

Girlfight

02.03.2001 - Autore: Luca Perotti
Girlfight potrebbe rientrare nella schiera di film, molto in voga negli anni ottanta, in cui il personaggio principale si realizza liberandosi a fatica da una situazione sociale complicata, sulla falsariga del celebre Flashdance per intenderci. In quel caso la protagonista era la danza, qui la boxe, terreno di scontro ma anche di riconciliazione tra i sessi, nonché unattività più confacente a una ragazza irascibile e avvilita che vive nella Brooklyn di fine millennio. Il film non si sgancia, per tutta la sua durata, da questo marchio di base ma si arricchisce di valide e credibili giustificazioni psicologiche, che una ventina danni fa avrebbero lasciato il posto ad unincalzante e edonistica rincorsa alla vittoria-consacrazione. Diane segue un percorso di maturazione durante il quale la portentosa interprete (Michelle Rodriguez) mostra lammorbidirsi del bellicoso temperamento della ragazza. La sua indole progressivamente si assesta su un piano in cui sebbene indomita e selvaggia si rivela anche dolce e indifesa. Diane sul ring tenta di conciliare i suoi opposti, di allenare il suo autocontrollo; ma desidera soprattutto una stabilità, evidente nella sua continua ricerca di rassicurazione nellaltrettanto insicuro Adrian. Il ragazzo è la figura maschile su cui Diane indirizza il suo amore e con cui intende condividere il futuro. Hector, lallenatore saggio e che crede in lei, sostituisce, nel difficile momento presente, il padre colpevole e inutile. Su questultimo si sfoga la vendetta di Diane. La vendetta verso il passato, verso limperdonabile responsabilità delluomo per la morte della madre. Ma la vita non è certo un sentiero facile. Grazie alla boxe, la ragazza si svincola dai marci residui che hanno penalizzato la sua vita; ma la boxe la costringe ora ad affrontare colui che ama, rischiando di infliggersi una punizione altrettanto dannosa per il suo avvenire. O per quello di Adrian.  
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