Cinque anni di distanza dal primo episodio e soprattutto la sostituzione alla regia del poco talentuoso Mark Steven Johnson con i più estroversi Mark Neveldine e Brian Taylor – loro un piccolo gioiello di action nonsense come "Crank" – erano un discreto biglietto da visita per "Ghost Rider - Spirito di vendetta". Ben presto però ci si accorge che il cambiamento al timone del film ha portato qualche minima novità nell’estetica del prodotto, ma nel complesso la fragilità narrativa e un’ambientazione non particolarmente affascinante smorzano l’efficacia delle trovate dei due registi.
Partiamo dal setting, una non meglio definita Europa orientale che viene rappresentata in maniera spicciola: un susseguirsi di monasteri, paesini, cave abbandonate e soprattutto strade deserte su cui poter girare gli innumerevoli inseguimenti del film. L’aspetto scarno dell’ambientazione lascia pensare ad una produzione non economicamente adeguata. Anche a livello di storia lo specialista David S. Goyer pur affiancato da altri due sceneggiatori non ha saputo costruire un’impalcatura narrativa adeguata. Insomma, alla fine Mark Neveldine e Bryan Taylor si sono trovati a dover fronteggiare questi problemi, ed hanno tentato di aggirarli con una regia piena di inquadrature acrobatiche, ma alla fine non abbastanza fantasiosa da risollevare interamente le sorti del film. C’è da dire però che alcune trovate di comicità sulfurea e un paio di guizzi di genuina cattiveria nel film si trovano comunque, e sono senz’altro le parti migliori di questo dimenticabile sequel.
E sia che per il personaggio di Nadya serviva un’attrice dall’accento europeo, ma davvero non si poteva fare meglio di Violante Placido? Non si può dire che l’attrice italiana faccia una bella figura nel film. Ma d’altronde, chi la fa? Di certo non il solito gigione Nicolas Cage, che gioca fin troppo smaccatamente col personaggio grossolano che si è ritagliato addosso. Non fa una bella figura neppure il solitamente efficace Ciaràn Hinds, costretto a un ruolo di cattivo tratteggiato senza alcuna originalità. L’unico a salvarsi è la star televisiva Idris Elba, in virtù della sua notevole presenza scenica.
Del seguito di uno dei peggiori adattamenti da fumetto come "Ghost Rider" non sentivamo particolarmente il bisogno. Rimane intatta la simpatia per il cinema scanzonato e adrenalinico che tentano di realizzare Neveldine e Taylor, ma per esprimersi al meglio i due hanno bisogno di storie più articolate e produzioni che non li incatenino a stereotipi del cinema di genere. Quest’operazione dal punto di vista del risultato cinematografico è fallita, magari al botteghino invece avrà successo…
"Ghost Rider - Spirito di vendetta", in uscita il 23 marzo, è distribuito da Medusa Film.
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Ghost Rider: Spirito di vendetta - La recensione
Qualche buono spunto comico non risolleva le sorti di un sequel banale e mal interpretato
26.03.2012 - Autore: Adriano Ercolani, da New York