NOTIZIE

Frizzi e la Rai

Fabrizio Frizzi e la Rai: divorzio all'orizzonte?

14.03.2003 - Autore: Adele de Gennaro
\"Amo veramente questa azienda, ci sono nato e cresciuto, per questo sono sincero quando dico \"la mia Rai\". Sono, però, anche l\'unico personaggio televisivo fermo ad un contratto del 1996, quindi mi devo adeguare alle leggi del mercato\". Inizia così lo sfogo di Fabrizio Frizzi alla vigilia del debutto di \"Scommettiamo che?\", il programma del sabato sera di Raiuno diventato con gli anni uno dei marchi storici dell\'azienda di viale Mazzini. Qualche sentore di un rapporto incrinato si era già avuto recentemente ma Frizzi, con molta eleganza, ha evitato qualsiasi polemica nei giorni burrascosi del festival di Sanremo rinviando il suo ultimatum. Ammettiamolo, non deve essere piacevole veder elargire miliardi alla Carrà e a Japino, per non parlare del prossimo programma di Celentano o del contratto miliardario per il passaggio (fra l\'altro provvisorio) di Paolo Bonolis da Mediaset alla Rai. Non è piacevole per i comuni mortali, figurarsi per uno che alla Rai ha dato venticinque anni della sua vita, nel bene e nel male senza scandali e senza scivolare nel cattivo gusto: un peccato mortale dato che oggi la regina dell\'audience è la volgarità. Sorridi oggi, sorridi domani, anche Frizzi avrà pensato che c\'era qualcosa di distorto in un meccanismo economico così sproporzionato e, finalmente, la sua risata inconfondibile si è trasformata in qualcosa di diverso, in un sussulto di dignità teso a riconoscere il suo ruolo all\'interno della televisione pubblica. \"Ho chiesto alla Rai - dichiara Frizzi - di farmi sapere qualcosa entro il 15 marzo: ho bisogno di programmare il mio futuro, di sapere come e quando realizzerò i miei programmi. Penso di non aver dato risultati inferiori a nessuno dei protagonisti televisivi di cui si parla in questi giorni, per cui non posso continuare a fare la figura del \"coglioncione\". Sono comunque serenissimo, spero fortemente di continuare a lavorare in Rai ma se l\'amore non dovesse essere ricambiato, beh, il mondo è pieno di donne, no?\" E\' ovvio che Frizzi desideri restare alla Rai, ma alle sue condizioni. Vedersi passare sotto il naso miliardi destinati ad altri non è da tutti, specialmente per uno che ha fatto del buon gusto la sua bandiera. Sentite cosa dichiara pur di difendere questa ottava edizione di \"Scommettiamo che?\", un salto nell\'archeologia rispetto allo show di Fiorello: \"La Rai ha una tradizione di eleganza e di qualità che non ci sentiamo di tradire per qualche punto di share. In Rai sappiamo benissimo come si fanno gli ascolti, tutti conoscono i trucchetti acchiappa -audience, ma mi piacerebbe che la Rai continuasse a fare spettacoli di buon gusto\". Dai vertici l\'unico commento arriva dal direttore di Raiuno Maurizio Beretta che, per eccesso di prudenza, se la cava con una battuta: \"Scommettiamo che....Frizzi resta?\" Ma eccolo il Beretta-pensiero nella sua forma più compiuta: \"Il ragionamento di Frizzi è in sintonia con la Rai, non vedo perchè il binomio ascolti-qualità non possa essere portato avanti col massimo risultato\". Intanto Frizzi elenca un serie di coincidenze numeriche: \"Questo \'Scommettiamo che?\' arriva a 10 anni esatti dalla prima edizione (6 aprile 1991), il mio primo grande successo con la Rai, e a fine maggio, quando finiremo, compirò 25 anni complessivi di lavoro\". Nozze d\'argento per un matrimonio finora senza grandi scossoni. \"Sarà forse fuori moda - continua Frizzi - ma continuo a preferire una tv garbata, elegante, familiare. Una battuta un po\' \"storta\" ogni tanto può scapparci e starci bene, ma entrare nel linguaggio delle famiglie è una responsabilità, e per chi lavora in Rai lo è ancora di più\". E tutto si può dire di Frizzi eccetto che non abbia coltivato rispetto nei confronti del pubblico e della Rai. \"Credo di essere stato - aggiunge non senza amarezza - una bandiera per la mia azienda e di aver espresso la mia gratitudine con l\'impegno e coi risultati: fin qui 290 prime serate ( e con questo \"Scommettiamo che?\" andrò oltre le 300!). Ai grandi professionisti della Rai dico grazie di cuore per aver vissuto una vita nell\'alta professionalità e nella complicità umana, senza la quale sono impossibili i grandi risultati\". Insomma, dichiarazioni che hanno il sapore dell\'addio, ma anche uscendo di scena Fabrizio Frizzi conserva tutto il suo stile, tanto da dedicare il suo prossimo impegno a due amici recentemente scomparsi e noti agli addetti ai lavori in tv, Pierluigi Galluzzi e Marco Ravera. Una dedica che non farà notizia, d\'accordo, si tratta di valori in via di estinzione: sarà questo il vero difetto di Frizzi?    
FILM E PERSONE