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Film nuovi e vecchi che parlano con gli effetti

Film nuovi e vecchi che parlano con gli effetti

Matrix

09.01.2001 - Autore: Valentina Bisti
Il mondo degli effetti speciali è in continuo fermento. Tra un film e laltro gli esperti del settore portano avanti le soluzioni più sofisticate, inventando tecniche sempre più allavanguardia. Chissà quali sorprese ci regaleranno, ad esempio, i due sequel di Matrix. Il capostipite, diretto da due fratelli di Chicago, Larry e Andy Wachowski, aveva incassato oltre 350 milioni di dollari. La Warner Bros non si è lasciata sfuggire questa occasione, e ha messo i fratelli Wachowski di nuovo al lavoro. In un primo momento, si era parlato di un possibile prequel che raccontasse come Matrix avesse sconfitto e preso possesso del mondo degli umani. Ma non appena la Warner Bros si è garantita la presenza di Keanu Reeves con un contratto miliardario, il progetto si è spostato addirittura su due sequel da girare contemporaneamente. Il contratto dellattore hawayano prevede, oltre ad un cachet di 15 milioni di dollari, anche il 15 % degli incassi dei due film. Se entrambi i sequel dovessero guadagnare quanto la prima pellicola, Reeves si porterebbe a casa oltre cento milioni di dollari. L\'uscita del primo sequel nelle sale americane è prevista per il maggio 2001, seguita due mesi dopo dall\'uscita del secondo sequel. Il progetto iniziale di un prequel non è stato comunque del tutto abbandonato: il produttore Joel Silver ha dichiarato che esiste la possibilità di realizzarne una versione animata. Al lavoro per un film che stupirà, non solo per gli effetti speciali, ma soprattutto per la storia, cè anche Steven Spielberg. Intorno a questa opera cè ancora tanto mistero, un mistero che è iniziato il giorno della morte di Stanley Kubrick quando il cinema mondiale puntò i riflettori sul suo possibile erede: Spielberg. La legenda narra che Kubrick aveva in mente già da quasi trent\'anni la storia di Artificial intelligence. Nel dicembre del \'69 aveva letto su Harper\'s Bazar, un inquietante racconto dello scrittore inglese di fantascienza Brian Aldiss chiamato Super Toys Last All Summer Long (I super-giocattoli durano tutta l\'estate). Ad affascinarlo era stata la storia di David, piccolo androide adottato da una signora dell\'alta società del futuro che non può avere figli a causa di rigide leggi sulla riproduzione. Insomma, ciò che sappiamo con certezza, è che il pluripremiato regista americano è alle prese con un vivace bambino-robot (interpretato da Haley Joel Osmet, interprete de Il sesto senso), a metà tra E.T. e Pinocchio. Non ci resta che aspettare ottobre 2001 quando vedremo sugli schermi italiani cosa ha combinato Spielberg con un budget di cento milioni di dollari. Budget del genere non sono una novità per il cinema americano. Ciò che può stupire sono invece le persone che vengono in Italia per costruire, sperimentare e inventare software in grado, ad esempio, di muovere un mostro come Godzilla. E il caso di Enrico Bianchi, uno dei fondatori della Phoenix Tools (società leader nello sviluppo di tecnologie per gli effetti speciali), che ha collaborato, tra gli altri, agli effetti presenti in Titanic: Questo film rappresenta molto bene il connubio tra cinema e tecnologia perché gli effetti speciali non sono solo funzionali e se stessi ma sono stati impiegati in situazioni innovative. Per esempio, la sostituzione degli stunt men in scene rischiose o nella simulazione di ambienti naturali, come le scene in mare aperto, avrebbero potuto essere filmati dal vero ma con costi enormemente superiori. In Italia cè un altro personaggio che da anni lavora in questo ambito. Si chiama John Attard, è direttore tecnico-artistico del dipartimento 3D di Chinatown, (la più importante realtà italiana nel campo della postproduzione e nella realizzazione di effetti speciali digitali per gli spot) e ha lavorato in film come Lost in Space, Il Gladiatore e la serie televisiva Merlin. Per lui il film che rappresenta meglio il mix tra cinema e tecnologia è: Al di la dei sogni, in cui gli effetti sono usati esclusivamente per raccontare una storia, che è quello che il cinema deve fare, non mostrando in alcun modo quanti soldi sono stati realmente spesi.  
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