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Fabrizio Gifuni

Uno dei nuovi volti del cinema italiano, un cinema che non chiede più soltanto giovani atleti talentuosi, ma che va cercando i suoi uomini sugli spalti del teatro, dietro le quinte, all'uscita delle Accademie

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12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Fabrizio Gifuni è uno dei nuovi volti del cinema italiano, un cinema che non chiede più soltanto giovani atleti talentuosi, ma che va cercando i suoi uomini sugli spalti del teatro, dietro le quinte, all’uscita delle Accademie. Un cinema che ha infinito bisogno di facce mature, di classe, di meditazione, non solo di talento ma anche di studio. E soprattutto di serietà. Fabrizio Gifuni è uno di loro, uno dei nuovi ideali del cinema italiano.

L’avete incontrato da poco in televisione con la fiction Rai De Gasperi, nella quale interpreta, accanto alla moglie Sonia Bergamasco, il grande democristiano. L’avete visto di sfuggita nella produzione hollywoodiana Hannibal di Ridley Scott. Era ne Il Partigiano Johnny di Guido Chiesa. Ma soprattutto era Carlo ne La Meglio Gioventù, il film di Marco Tullio Giordana che ha riportato alla luce gli ultimi quarant’anni della storia d’Italia e gli attori più promettenti del nostro cinema, attori come Luigi Lo Cascio, suo grande amico sul grande schermo come nella realtà, Sonia Bergamasco, Alessio Boni, Jasmine Trinca, Maya Sansa.

Fabrizio Gifuni si è diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’amico nel 1992, e appena uscito pensava che la sua vita sarebbe stata il teatro. Dopo anni di tournee accanto a registi come Castri, Sepe, Terzopoulos, l’incontro col cinema è stato casuale, e un vero colpo di fulmine. L’incontro non cercato con Anna Di Francisca e l’esordio ne La bruttina stagionata (1996) lo hanno messo in contatto con un mondo sconosciuto, e lo hanno portato ad una vera e propria scoperta: il linguaggio del cinema, tanto più diretto e minuzioso del teatro, dal quale è rimasto affascinato. Così, alla non più tenera età di trent’anni, Fabrizio Gifuni fa il suo ingrasso nel grande schermo. Nel 1998 viene scelto da Gianni Amelio per Così Ridevano, nel 2000 è addirittura Bertolucci che lo vuole ne L’amore probabilmente. Ma le sue scelte vanno il più delle volte su registi esordienti, come ad esempio il giovane italiano Davide Sordella, uscito da poco dalla scuola inglese di Mike Leigh  (Il Segreto di Vera Drake, vincitore di Cannes) con il quale Gifuni ha girato la sua opera prima, La Radio, interpretato da soli tre attori tra i quali Barbora Bobulova.

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