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Espiazione apre il Festival

Ad aprire la 64° edizione della Mostra di Venezia l'intenso "Atonement", opera seconda di quel Joe Wright che già aveva dato prova di essere un solido traduttore in immagini con il celebrato "Orgoglio e Pregiudizio"

Espiazione

29.08.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Ad aprire la 64° edizione della Mostra Cinematografica di Venezia è arrivato l’intenso “Atonement” (Espiazione, 2007), opera seconda di quel Joe Wright che già aveva dato prova di essere un solido traduttore in immagini con il celebrato “Orgoglio e Pregiudizio” (Pride and Prejudice, 2005), film che aveva regalato alla protagonista Keira Knightley la nomination all’Oscar. E la stessa attrice britannica è l’eroina di questa nuova pellicola, tratta da uno dei romanzi ritenuti più “classici” del grande romanziere contemporaneo Ian McEwan. Accanto a lei, l’altro astro nascente della cinematografia d’Oltremanica, lo scozzese James McAvoy,  arrivato all’attenzione internazionale la scorsa stagione in “L’Ultimo re di Scozia” (The Last King f Scotland, 2006), dove si era dimostrato splendida spalla per il premio Oscar Forest Whitaker.

Passando all’analisi della pellicola in questione, c’è da ammettere che “Atonement” – nelle sale italiane  partire dal 21 settembre – è un’opera di poderosa presa emotiva, e ciò è dovuto sia alla pregnanza della messa in scena che alla validità delle interpretazioni degli attori, sia di quelli principali che dei gregari: oltre ai già citati attori, da segnalare anche l’intensità di Romola Garai e l’efficacia della troppo sottovalutata Brenda Blethyn.

Il primo valore aggiunto di questa pellicola è il lavoro di adattamento messo a punto da Christopher Hampton – già autore del grande script de “Le Relazioni pericolose” (Les Liasons Dangereuses, 1988) di Stephen Frears; riuscire a condensare a rendere fluida la trama ordita da McEwan era impresa decisamente non facile, e lo sceneggiatore dimostra tutta la sua abilità  nel saper calibrare evoluzione drammatica e momenti di introspezione psicologica. Dal canto suo, Joe Wright costruisce una messa in scena che, oltre a regalare al pubblico momenti di forte spettacolarità puramente visiva, si muove anche sinuosa e toccante quando deve privilegiare l’atmosfera e le sfaccettature emotive dei personaggi.

Insomma, “Espiazione” si rivela come una pellicola ideata e realizzata con estrema cura dei particolari nell’impianto cinematografico (va sottolineata anche la composta eleganza di scenografie, costumi e della colonna sonora dell’italiano Dario Marianelli), ma allo stesso tempo capace di raccontare con partecipazione la vita interiore di una serie di figure che già McEwan aveva reso indimenticabili. Come film d’apertura, questo fulgido melodramma in costume centra pienamente il bersaglio.

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