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Enzo D'Alò e la sua ultima fatica
In occasione dell'anteprima di Momo alla conquista del tempo, cartoni.it ha incontrato il regista, Enzo D'Alò, felice di raccontarci le sue emozioni per la storia che ha realizzato, insieme alla sua fedele equipe, in tre anni di lavoro impegnativo e senza sosta.

19.05.2009 - Autore: Alessandro Anselmi
I prodotti danimazione italiana sono tra i protagonisti di questo Natale al cinema. Tra autori di casa nostra e i geni hollywoodiani di Disney, si apre la kermesse di questo periodo dellanno, sempre prolifico di lungometraggi che intrattengono il pubblico dei bambini, ma che entusiasmano spesso anche quello degli adulti. In occasione dellanteprima di Momo alla conquista del tempo, cartoni.it ha incontrato il regista, Enzo DAlò, felice di raccontarci le sue emozioni per la storia che ha realizzato, insieme alla sua fedele equipe, in tre anni di lavoro impegnativo e senza sosta.
Quando ti sei appassionato alla storia di Momo e come è nato il progetto per realizzarne un film?
Enzo DAlò: Momo è un amore antico. Il progetto nasce tre anni fa, quando stavo finendo La Gabbianella e il Gatto, e ad un incontro tra produttori italiani e produttori tedeschi mi ritrovai davanti ad un tavolo lungo e stretto. Il produttore tedesco, Thorsten Wegner, aveva una cartellina sul tavolo con scritto Momo, che era una storia che avevo letto molto tempo prima e che mi era piaciuta molto, tanto che me lero segnata nel taccuino, dove in genere annoto tutti i miei sogni nel cassetto. Thorsten aveva già distribuito in Germania La Freccia Azzurra ed era rimasto molto contento, così decise di affidarmi la regia di questo film, nel settembre del 98. In seguito tutti i miei collaboratori si sono lanciati in questo progetto e così è cominciata la storia di Momo.
Quali sono state le difficoltà maggiori nella realizzazione di questo film?
E.D.:In questo film è stato difficile sintetizzare con immagini e musica il concetto del tempo. Quindi, abbiamo lavorato a lungo per raccontare, con delle sequenze molto forti musicalmente, il passare del tempo sempre più veloce e lasservimento dellumanità ai Signori Grigi.
Analizzando i personaggi del film, qual è il problema del tempo?
E.D.:Il mio tentativo non è quello di individuare chi ci ruba il tempo, ma piuttosto quello di dire che in futuro forse potremmo avere molti problemi in più su questo tempo che scorre più velocemente. Un giorno inventeranno forse le giornate di 48 ore, come dice, ad un certo punto nel film, una radiolina di sottofondo.
Come è stato lavorare con la Nannini che ha creato la colonna sonora del film?
E.D.: Gianna è una grande artista, una grande professionista, una infaticabile stakanovista. Segue le sue idee, le amplifica, le modifica, ci torna sopra, non si accontenta della mia soddisfazione ma punta a raggiungere la propria. Questo è molto importante, perché vuol dire che crede al progetto a cui lavora.
Come hai fatto le scelte per il doppiaggio?
E.D.: Il cast di doppiatori del mio film è composto da grandi attori. Cerco sempre di stupire con delle voci che non siano banali o stereotipate. E il caso, per esempio, di Giancarlo Giannini che in Momo da voce al Presidente dei Signori Grigi. Un ruolo non semplice, quello del cattivoper il quale serviva un attore del suo spessore
Perché scegli sempre nei tuoi film di usare uno stile grafico?
E.D.: E una scelta, fatta anche qui, per evitare gli stereotipi. Ci siamo costruiti anche più di uno stile. In ogni film noi lo modifichiamo, perché cerchiamo di legarlo alla storia, attorno alla quale si costruiscono tutti gli elementi di arredamento che comprendono la musica, le ambientazioni, le voci e tutto il resto.
Però senza effetti speciali.
E.D.: Gli effetti speciali, secondo me, non devono vedersi. Ce ne possono essere tantissimi, ma devono essere invisibili. A parte tutto, credo sia più importante la storia, anche in un film danimazione. E solo con una bella storia che si può riuscire a toccare il cuore degli spettatori.
Come hai lavorato per la creazione dei personaggi di Momo?
E.D.: Momo nasce dalla mente di Walter Cavazzuti, lautore di tutti i personaggi di questo film. Abbiamo lavorato diverso tempo sulla protagonista, Momo, anche perché i personaggi femminili sono più complessi e i bambini in particolare più difficili degli adulti. Lo studio iniziale è stato quindi un lavoro estremamente difficoltoso anche perché, vado sempre a cercare delle strade che non siano il realismo disneyano, o comunque già battute. Il gioco è riuscire a raffigurare emozioni e sentimenti lavorando con pochi tratti.
Quale è stato il tuo apporto alla sceneggiatura che hai firmato insieme ad Umberto Marino?
E.D.: Quando si scrive una sceneggiatura è difficile valutare, in termini di percentuale, un apporto, perché è un insieme di idee che si discutono insieme mentre ci si racconta una storia. Io continuo a lavorare alla sceneggiatura anche quando sto facendo lo story board, modificandola e aggiungendo elementi che semplificano la narrazione del film.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
E.D.: Cè Pinocchio, per esempio, però se dicessi che ho già cominciato a lavorarci mi crescerebbe il naso. Poi cè un progetto che ho sempre tenuto nascosto e segreto e che ho scritto da circa due anni con Umberto Marino. Una storia ambientata a Napoli, e spero che possa essere il mio prossimo film. In questo momento siamo tutti un po in attesa per la situazione oggettiva che attraversa il gruppo Cecchi Gori. E un progetto che dovrebbe vedere la luce nel 2003.