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ENZO D'ALÒ ...ALLA CONQUISTA DEL CINEMA - part II
ENZO D'ALÒ ...ALLA CONQUISTA DEL CINEMA - part II

19.05.2009 - Autore: Francesca Fornario
Le storie. Per quelle tu sembri avere un riguardo particolare. La gabbianella e il gatto Momo e Pinocchio, ultimo progetto in cantiere, si ispirano infatti a libri per ragazzi che però sono letti e molto amati soprattutto da un pubblico di adulti. Perché?
E.D.: Perché i miei cartoni si rivolgono anche a loro. Nelle mie storie cerco sempre di mettere una doppia soglia di lettura, una più facile e immediata, alla portata dei bambini e una più complessa, riservata alla comprensione degli adulti. Prendiamo Momo. I signori grigi convincono subdolamente gli uomini a lavorare sempre di più per risparmiare il tempo per quando saranno vecchi, e così li fregano. Una situazione che in un futuro non troppo lontano potremmo trovarci a vivere. Se gli adulti e i bambini guardassero il film insieme poi potrebbero spiegarselo da punti di vista differenti. Questo stimola le riflessioni, aiuta a capire. Con La freccia azzurra credo di esserci riuscito.
E il computer? Uccide lanimazione, come dicono certi nostalgici del punzonatore?
E.D.: Niente affatto. Il computer è uno strumento prezioso perché aumenta le possibilità di espressione della creatività e riduce i costi. Faccio un esempio pratico. Prima non si potevano sovrapporre più di quattro livelli di acetato. Con il computer si può lavorare su infiniti livelli senza guastare limmagine. Non solo, prima ogni scena andava girata con dispendio di tempo e costi per vedere come veniva. Se non andava bene, si rifaceva. Chiaro che dopo tre o quattro tentativi eri costretto ad accontentarti qualsiasi fosse il risultato. Adesso possiamo simulare ogni scena al computer, provare mille soluzioni diverse e poi scegliere quella più ci piace, non come nella fiction televisiva, dove per necessità di budget è sempre buona la prima, come si dice. Ma questa è un po la differenza che cè nellanimazione tra una serie televisiva e un film. Il film prevede tempi di lavorazione più lunghi e maggiori risorse, e questo si traduce in una cura maggiore del prodotto, dalla sceneggiatura alla caratterizzazione dei personaggi alla regia.
Quali sono gli autori che preferisci?
E.D.: Mi piace molto Hayao Miyazaki, il regista de La principessa Mononoke. Un film strepitoso che purtroppo non ha avuto unadeguata distribuzione, e poi Takata. Cè un pregiudizio nei confronti dellanimazione giapponese che io non condivido. Personalmente mi sento molto più vicino a Miyazaki che agli autori americani, sento che cè una poetica che ci accomuna, quella dove le idee vincono sul merchandising.
Miyazaki si distingue dagli altri autori per un uso sapiente della regia, che ricalca quella cinematografica, con molti movimenti di macchina. Cosa ne pensi?
E.D.: E una tecnica che condivido. Il computer ci facilita anche in questo, perché ci permette di simulare dei movimenti dellinquadratura allinterno di uno stesso disegno, proprio come se stessimo effettuando delle riprese cinematografiche, e di sviluppare la terza dimensione dellimmagine. Questa è la dimostrazione che la qualità di un cartone non dipende dal numero dei disegni.
Ma dallimpegno che ci metti?
E.D.: E dalle idee, senza le buone idee non avrai successo.
Come vedi il futuro dellanimazione in Italia?
E.D.: Basato sulle storie, sui contenuti. Anche perché in Italia abbiamo budget che sono pari a un quindicesimo di quelli americani, non possiamo certo competere con loro sul numero dei disegni. Quello che ci deve distinguere è la creatività.