Dopo otto anni di dialisi, seguiti a una grave malattia e una operazioni, ai quali il suo fisico aveva sempre risposto bene, è stata una polmonite a mettere fine alla vita di Luca Ronconi in quel di Milano, presso il cui Policlinico era ricoverato da alcuni giorni. 82 anni il prossimo 8 marzo (era nato a Tunisi nel 1933), la sua è stata una vita spesa ad arricchire il panorama teatrale italiano e mondiale. E anche le esperienze come sceneggiatore - per L'uomo che ride di Sergio Corbucci, del 1966 - e come attore cinematografico non l'avevano mai distolto dalla sua più grande passione.
Un amore lungo tutta la vita, nato grazie al tramite della madre e cresciuto anno dopo anno. A Roma, prima di tutto, dove Ronconi visse la prima esperienza da spettatore ("una commedia in genovese con Gilberto Govi", "mai dimenticata") e dove si diplomò all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica nel 1953. E dove aveva diretto il Teatro stabile dal 1994 al 1998, oltre ad offrire la sua arte agli studenti della stessa Accademia da lui frequentata in gioventù.
Definito da molti un Maestro dell'Innovazione, fu anche Direttore del Teatro stabile di Torino (1988-93) e direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano, il cui attuale direttore Sergio Escobar - troppo sconvolto per entrare nel merito del ricordo - annuncia già l'intenzione di ricordarlo, all'inizio delle prossime rappresentazioni e oltre, sempre nel rispetto delle sue volontà e di quelle delle persone a lui care.
Anche il Teatro alla Scala ha annunciato con un comunicato che "Domenica sulla facciata del Teatro alla Scala la bandiera sarà esposta a mezz'asta", unendosi al lutto del Piccolo e di tutti gli appassionati di teatro e della cultura di tutto il mondo. Ai quali resteranno per sempre i tanti capolavori da lui diretti o firmati (da Ignorabimus di Holz a Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda e Tre sorelle di Cechov, a Gli ultimi giorni dell'umanità di Karl Kraus, l'Orlando furioso nella versione di Edoardo Sanguineti o la recente Lehman trilogy), le prose e regie televisive per la Rai (L'Arlesiana del 1956, Fermenti con Monica Vitti del 1957, Resurrezione del 1965 e Quer pasticciaccio brutto di Via Merulana del 1997), le tante 'deviazioni' verso l'opera lirica e il cinema (per cui interpretò Vergine moderna nel 1954, I prepotenti nel 1958 e Prepotenti più di prima, l'anno successivo).
Ora, dopo la sopresa e il dolore per la scomparsa dell'uomo e dell'artista nato a Tunisi nel 1933, si attendono aggiornamenti sulla scelta di come svolgere le esequie e del modo che in tanti avranno di porgergli l'estremo saluto.


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E' morto Luca Ronconi
L'attore, sceneggiatore e regista lascia un vuoto importante nella cultura italiana e internazionale

22.02.2015 - Autore: Mattia Pasquini