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E alla fine arriva Kaurismaki

Finalmente in sala Miracolo a Le Havre

Miracolo a Le havre

26.11.2011 - Autore: P.F.
“Non credo che un film debba impartire lezioni. La gente va al cinema per ridere o piangere, per sentirsi emozionata o in tensione. Io non sono il tipo giusto per raccontare storie impegnate a livello sociale o realistiche. Questo film è la mia versione dei film di Melville”.

Miracolo a Le Havre, presentato in Concorso al sessantaquattresimo Festival di Cannes, riesce a focalizzarsi su temi più che mai attuali, snodandoli cinematograficamente con toni agrodolci avvolti da grande positività: “Non spetta a me dire se il film è ottimista o meno – ci rivela Aki Kaurismaki - Può avere anche un finale pessimista. Eppure quando non ci sono più speranze non c’è più motivo per essere pessimisti! In quanto allo humour, io credo che se hai successo riesci anche a manipolare il tuo pubblico. E quindi posso provare a farlo ridere o piangere”.

Come mai i protagonisti di Miracolo a Le Havre sono tutte persone di bassa estrazione sociale?

Può sembrare una frase scontata, ma è vero che la solidarietà si trova più facilmente tra le persone povere. Poi sinceramente non saprei cosa raccontare sui ricchi, non sarei capace di immaginare un dialogo. Le Havre è un luogo dove questa solidarietà si incontra per le strade, è una città abitata solo da anziani perché i giovani sono tutti a Parigi a cercare lavoro, ma, nonostante ciò, lì tutti fanno musica, chiunque per strada ti dice che suona in un complesso.

Come mai ha scelto il tema dell’immigrazione?
Ho scelto di fare un film su questo tema perché la situazione dei rifugiati insulta la mia dignità. C’è una totale indifferenza da parte delle autorità su questa situazione, anche in Italia: basta vedere quello che succede ogni estate a Lampedusa. Ho realizzato questo film non per dare delle soluzioni a queste problematiche, non è questo il mio lavoro. Ma di questi tempi sembra che non sia il lavoro di nessuno. Per questo motivo, il problema dell’immigrazione non ha ancora trovato una soluzione.

Miracolo a Le Havre, presentato al ventinovesimo Torino Film Festival, è distribuito nelle sale dalla BIM.

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