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Dove cadono le ombre, una clip esclusiva dal film sul ‘piccolo genocidio svizzero’

Due giovani adulti, un luogo sospeso nel tempo e un passato orribile che non li abbandona mai 

Dove cadono le ombre

Dove cadono le ombre

06.09.2017 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Una storia tremenda che emerge dalle nebbie della Storia e fluisce con dolore nel primo film fiction di Valentina Pedicini, Dove cadono le ombre. La pellicola è stata presentata in anteprima alle Giornate degli Autori a Venezia 2017 e sarà in tutti i cinema il prossimo 6 settembre distribuita da Fandango.

Dove cadono le ombre racconta il genocidio che dal 1926 al 1986 interessò circa 2000 bambini di etnia jenisch sottratti alle famiglie e usati per alcuni esperimenti scientifici che avrebbero dovuto annullare - secondo la folle teoria dell'eugenetica - il loro nomadismo intrinseco e trasformarli in 'perfetti cittadini svizzeri'. 

Il film ha come protagonisti Federica Rosellini e Josafat Vagni; nel cast anche Elena Cotta nei panni di Gertrud. I due attori interpretano un’infermeria e il suo assistente, Anna e Hans. Due personaggi che abitano un vecchio istituto per anziani e che sembrano legati al luogo in maniera del tutto viscerale. 
 
Nella clip che vi presentiamo in anteprima vediamo un assaggio del complicato rapporto tra i due, che cela dietro di sé un segreto inconfessabile.

 
La storia di Dove cadono le ombre si ispira a un fatto storico. In Svizzera  negli anni  che  vanno  dal 1926 al 1986, un’associazione  filantropica, la Pro Juventute  simile  alla  nostra  Croce Rossa, sottrae 2000 bambini alle famiglie jenisch terza etnia nomade europea dopo i rom e i sinti per estirpare il fenomeno del nomadismo. I bambini vengono rinchiusi in ospedali psichiatrici, orfanotrofi, prigioni. Su di loro vengono condotti  esperimenti  scientifici e pratiche mediche violente come la sterilizzazione per cancellare la loro identità e trasformarli in “onesti cittadini svizzeri”. Di molti non si avranno più notizie. Un “piccolo genocidio” mai raccontato che è continuato fino ai giorni nostri ed emerso solo grazie all’attività artistica e sociale di Mariella Mehr: sopravvissuta al genocidio e autrice de La trilogia della violenza, presto in arrivo in Italia per Fandango Libri. 
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