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Dopofestival: SuperVentura

Anche in quest'ultima puntata purtroppo non pervenuto il buon Francesco, mentre il peso della diretta gravava ancora una volta sulle spalle della Ventura.

Simona Ventura

09.03.2002 - Autore: Roberto Denaro
Finalmente al quarto tentativo, nellultima puntata del Dopofestival, il tanto criticato Giorgino si fa spazio tra Baudo e la Ventura, prende la parola per la prima volta e diventa il vero protagonista del Dopofestival. Scherziamo. Anche in questultima puntata purtroppo non pervenuto il buon Francesco, mentre il peso della diretta gravava ancora una volta sulle spalle della Ventura, addirittura più brava e pungente del solito, e dellinstancabile Baudo, davvero una forza della natura, capace di condurre per quasi quattro ore di fila e ripresentarsi fresco come una rosa al cospetto dei giornalisti del Dopofestival. Una Ventura dicevamo strepitosa, capace di commentare così lingresso in studio di sua maestà Baudo: Oddio, Hannibal Lecter!. Nessuno, neanche Benigni, aveva mai osato tanto! Anche Mughini, Cavalli e la Palombelli, meno assonnati rispetto alle precedenti occasioni, sfornavano in questultima puntata battute in fila, fornendo finalmente un valido contributo alla causa del Dopofestival. Un Dopofestival che, a giochi fatti possiamo dirlo, ha avuto un gran successo, ottenendo unaudience di tutto rispetto, anche se non ha scatenato roventi polemiche, il che non è detto necessariamente che sia da giudicare in maniera negativa. In questultima puntata, fortemente penalizzata da problemi tecnici (microfoni non funzionanti, telefonate cadute n.d.r.), largo spazio era dato alla vittoria ottenuta tra le nuove proposte da Anna Tatangelo da Sora, ritenuta probabilmente a ragione non allaltezza degli altri giovani peggio piazzati in classifica. Un altro misfatto quindi compiuto dalla tanto vituperata giuria popolare, e tutto questo alla vigilia della serata finale con i big. Per il resto, Gnocchi e Crozza sono stati i grandi protagonisti del programma, a conferma di come la comicità, quando è di qualità, non conosce confini ed è efficace in qualsiasi contesto televisivo. In particolare Crozza alias Pavarotti, con il prezioso ausilio del maestro barbaro (Rocco Tanica), si esibiva in uno strepitoso acuto grazie al metodo Baudo (per farvi capire, il raffinato gesto compiuto da Fiorello, ripetuto da Keith Richards-Teocoli, tentato senza fortuna dalla Ferilli n.d.r.). Gnocchi, invece, realizzava come al solito divertentissimi servizi di taglio giornalistico surreale, tra i quali spiccava lappello per salvare la pecora sarda dalle feste di Roberto Cavalli. Sparito misteriosamente Ippoliti (correzione in corso dopera?). Simpatico come sempre Magalli, che ci da però ogni volta la stessa sensazione: se liberasse del tutto il suo istinto, se desse libero sfogo allironia corrosiva di cui è capace, i suoi interventi potrebbero essere molto più interessanti. In un finale scoppiettante, con borsate in faccia a Giorgino, monologhi al cardiopalma della Bertè, baci, abbracci e complimenti alla Belvedere, Baudo il cannibale riprendeva la parola e chiudeva di persona la trasmissione, ringraziando gli ospiti, elogiando Giorgino e riconoscendo i meriti della Ventura, definendola genio dei ritmi televisivi. E se lo dice Pippo...
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