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Dopofestival: Baudo parla e Grignani se ne va
Baudo sempre Baudo e ancora Baudo. Nel segno del Pippo nazionale si apre anche questa terza puntata del Dopofestival.

08.03.2002 - Autore: Roberto Denaro
Baudo sempre Baudo e ancora Baudo. Nel segno del Pippo nazionale si apre anche questa terza puntata del Dopofestival, ancora una volta teatro di feroci polemiche, rivolte soprattutto contro, ormai è chiaro, il nemico numero uno della musica e di Sanremo, la tanto criticata giuria demoscopica. Purtroppo tiene banco anche stavolta la vicenda delle uova marce che Diaco e gli altri del Foglio dovrebbero tirare a Benigni. Quanta pochezza nei dibattiti di questo Dopofestival!
Daltronde, laveva anticipato Gnocchi con la sua proverbiale ironia, scarseggiando gli argomenti, visto lo scarso valore musicale dei brani del festival, nellattesa dellarrivo del ciclone Benigni di cui sopra, è la rilettura critica della classifica il leit motiv del Dopofestival.
Come nelle altre puntate, le telefonate del pubblico a casa forniscono interessanti spunti di discussione, spesso non elaborati visto il poco tempo a disposizione, reso ancora più breve dalla necessità, per giustificarne la presenza, di dare la parola di tanto in tanto anche a Cavalli e alla Palombelli. Parafrasando un celebre film di Madonna (\"Cercasi Susan Disperatamente\"n.d.r.), cercasi disperatamente Giorgino che, evidentemente, non riesce proprio a ritagliarsi uno spazio, soffocato comè dalla stritolante personalità della Ventura e dalle per lui nefaste \'comparsate\' di Baudo. Per lui cè solo spazio per commentare il blob del Festival e lanciare la pubblicità, in modo peraltro scontato e ripetitivo (per la seconda serata consecutiva copia la Gialappas con la frase tormentone: \"chi resta con noi è un galantuomo\"). Di tuttaltro livello, invece, la conduzione di Simona, brillante, dai tempi televisivi perfetti e capace di tenere testa a Baudo il che, credetemi, di questi tempi è veramente un impresa.
Colpo di scena nel finale al Dopofestival.
Mentre sua maestà Baudo parla, criticando aspramente le case discografiche italiane, ree a suo dire di aver assicurato agli artisti minimi garantiti altissimi, Grignani urla, si alza e se ne va, fatto che non è piaciuto assolutamente a Pippo il quale, infatti, minimizza ma appare evidentemente stizzito. Sempre meglio in ogni caso un Grignani furioso che il mummificato Giorgino e questo, fortunatamente, lo sa anche quel vecchio volpone di Baudo.
Grande qualità, come il solito, negli interventi di Gnocchi e di un esilarante Crozza, unici momenti comici del programma insieme ai monologhi di Mughini.
Crozza che, questa volta, ha interpretato unaltra macchietta (peraltro già vista a \"Quelli che il calcio\" n.d.r.), il conduttore di Medicina 33 Luciano Onder. Allincredibile duo il compito di chiudere la serata, uniti nella presa in giro, nella critica del solito Giorgino (come sparare sulla Croce Rossa)che, secondo Gnocchi: \"sta lottando da anni contro la dipendenza da phon, che gli consuma il cervello e gli allarga le orecchie\".
La migli battuta della serata, quella di Magalli: rispondendo a Giorgino che annunciava anticipatamente lingresso in studio di Baudo, commentava così: \"Ma che hai sentito lo spostamento daria?\"