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"Domenica"

"Domenica"

Domenica

14.04.2003 - Autore: Beatrice Rutiloni
Lispettore Sciarra (Claudio Amendola) è al suo ultimo giorno di lavoro, una grave malattia lo costringe a dimettersi . Lultimo incarico è quello di accompagnare una bambina, Domenica, (Domenica Giuliano), a riconoscere il cadavere delluomo che abusò di lei. Domenica è orfana e vive in un istituto gestito dalle suore. Ai tempi della violenza fu Sciarra a seguire il caso. Da quel momento la bambina e lispettore instaurano un rapporto fatto di solitudini che si ritrovano, e in qualche modo si proteggono. Nellarco di una giornata i due percorrono le strade di Napoli che conducono allobitorio: Domenica scappa più di una volta, trova rifugio in quella che ha identificato un po come sua madre, Betibù (Annabella Sciorra), una giovane donna che gestisce una locanda sul porto, ex amante di Sciarra e informatrice per lui di traffici illeciti. La donna ha perso il figlio a causa della sua fiducia nellispettore. La giornata trascorre come un viaggio teso a descrivere la personalità della bambina, che si arrangia a vivere con qualche lavoretto, porta i fiori ad un funerale, dà spettacolo di sé ad una schiera di ragazzini che si masturbano, si prende cura di un bimbo autistico (questo senza prendere soldi), e sogna di fare lattrice, tutto ciò intervallato dai flashback dellispettore al periodo della violenza. Sciarra la insegue, la perde e la ritrova. Alla fine riesce a condurla allobitorio e lei non identifica il morto come il suo aggressore. In realtà luomo è stato ucciso dalla polizia che, per nascondere il delitto, voleva dare un nome falso alla vittima. Sciarra denuncia laccaduto e la sera stessa simbarca per raggiungere la sorella in Sicilia. Domenica lo accompagna al traghetto chiedendogli un estremo sì alla vita, ma Sciarra sa che non potrà più tornare.   Il commento. Domenica è un film intenso e intriso della personalità della giovane protagonista, la dodicenne Domenica Giuliano. Al centro della storia ci sono due orfani, la bambina e lispettore, due persone che hanno molto in comune, una ha perso i genitori, laltra nel corso della vita, lamore di un figlio e di una donna. Il personaggio di Betibù, non secondario quanto sembra, rappresenta la speranza di non essere più soli, lidentificazione di un domani, cui la bambina, per spontaneità, tende naturalmente e luomo, per disillusione, non riesce ad aggrapparsi. Sono due solitudini, è vero, ma assai diverse. In Domenica cè la speranza di una vita che inizia, in Sciarra cè la totale rassegnazione alla morte che sente ormai prossima. Per questo non si incontrano che per il breve tratto di una giornata, seppure intensamente. Sullo sfondo la città di Napoli, protagonista assieme ai due personaggi centrali, sola, bellissima e confusionaria, sporca e vitale, è la cartina tornasole: possiede gli stessi colori degli abiti di Domenica, rossi sgargianti e allo stesso tempo dellimpermeabile ingrigito e dimesso di Sciarra. Ricomprende, da sempre, la vitalità e labbandono. I difetti del film sono nei tratti un po troppo manieristici attribuiti alla bambina, un eccesso di mosse e di scene di fronte allo specchio, di dialoghi troppo didascalici nel tratteggiare un personaggio. Stessa cosa vale per i poliziotti, troppo cattivi e troppo corrotti, talmente tanto da risultare simpatici (ma come potrebbe sembrare odioso Peppe Servillo?). Ma daltra parte questo è il punto debole della regista , che come ne La mia generazione non ha mai fatto segreto della sua personale avversione allordine pubblico.   Il giudizio Domenica è un film colmo di struggenza per chi ha o è arrivato a mantenere unetà ricompresa nellinnocenza. Ha la struttura e i difetti di una favola ed è così che va letto.