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Di mamma ce n'è una sola

Paolo Virzì ritorna il 15 gennaio con La prima cosa bella. Un film accurato, sentimentale intriso di quell'ironia livornese che è nel suo Dna. La storia di una madre bella, troppo, che ama la vita, troppo, e che non è capita. Nemmeno dai suoi figli.

La prima cosa bella

15.01.2010 - Autore: Nicoletta Gemmi
Paolo Virzì è sicuramente uno dei nostri autori che meglio conosce e sa fare la cosiddetta ‘commedia all’italiana’. In La prima cosa bella fa pure un omaggio a Dino Risi, uno dei suoi miti e maestri. Una pellicola dove si ride molto, si piange abbastanza e il regista riesce a trovare un magico equilibrio. Qui non si parla di politica ma di sentimenti. E’ la storia, soprattutto, di un vecchio rancore, che condiziona tutta l’esistenza del primogenito di una famiglia ma che arriva, alla fine, ad una riappacificazione.

Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi si ritrovano al capezzale della madre malata terminale e ripercorrono la loro vita sin da quando la mamma Anna fu eletta Miss Bagni Pancaldi, nel 1971, e venne cacciata di casa, con i bambini, dal padre, cieco di gelosia. E’ l’inizio di una odissea famigliare spassosa e toccante. La madre da giovane è interpretata da Micaela Ramazzotti, moglie di Virzì nella vita e in attesa di un figlio, e dalla straordinaria Stefania Sandrelli in età avanzata.

Ci racconta il regista: “Avevo bisogno di immergermi in una vicenda di affetti, con dei personaggi cui volere tanto bene. Dopo un film doloroso come Tutta la vita davanti, volevo rifugiarmi nel tepore di una storia che ha a che fare con l’umanità della provincia dalla quale sono scappato, con la riconciliazione rispetto ai furori della gioventù, con il ciclo della vita”. Conclude il regista con una nota doverosa su Stefania Sandrelli: “Lei è la quintessenza di un certo cinema italiano. Ha ispirato in parte questo film. E’ una donna bella, esplosiva, passionale, frivola, romantica, vitale. Una madre ingorda di vita nel film molto più dei suoi figli, pure nella malattia”.