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Denzel Washington, cinque film essenziali prima di rivederlo in End of Justice

Siamo andati a rispolverare cinque ruoli fondamentali per capire Denzel Washington, che rivedremo in sala il 31 maggio nel film di Dan Gilroy

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24.05.2018 - Autore: Marco Triolo
Denzel Washington è senza dubbio uno dei più grandi attori al mondo. Di certo è uno dei più grandi a Hollywood, uno dei primi afro-americani a diventare una star importante tanto quanto i suoi colleghi bianchi, in grado di vendere un film solo con la sua presenza. Dal cinema impegnato di Spike Lee e affini, a quello più popolare, ai recenti ruoli in film d'autore più piccoli e persino alla regia, Washington ha attraversato tutto lo spettro possibile del cinema. Un interprete eclettico, carismatico, professionale. Un attore dalle mille facce. Ne abbiamo cercate cinque in particolare per prepararci all'uscita di End of Justice – Nessuno è innocente, il nuovo film di Dan Gilroy (autore dell'ottimo Nightcrawler) che lo vede nel ruolo di un avvocato in crisi. Ecco, dunque, cinque film essenziali per capire Denzel Washington.

 
La rabbia della nazione nera di fronte all'oppressione di una società razzista esplode in questo epocale biopic firmato da Spike Lee. Washington interpreta il leader più aggressivo della comunità afro-americana, contrapposto storicamente a Martin Luther King. Un film che, come ogni opera biografica, sembra fatto apposta per mettere in luce la straordinaria abilità del suo protagonista di navigare tra sfumature e sentimenti contrastanti.

 
Basato su una storia vera, Philadelphia vede Denzel Washington nei panni di un avvocato che accetta di difendere un collega (Tom Hanks) licenziato ingiustamente perché malato di AIDS. Alla sua uscita, il film di Jonathan Demme fece una grande impressione perché trattava apertamente temi scottanti come l'epidemia di AIDS e la sua generica associazione con l'omosessualità. Hanks è uno dei primi personaggi dichiaratamente gay raccontati in maniera totalmente positiva e senza preconcetti o cliché, e il messaggio del film, che si scontra con l'assunto che un gay si meritasse la malattia per via delle sue abitudini sessuali, è epocale. Washington ruba la scena (anche se l'Oscar andò a Tom Hanks) e porta a casa proprio questo messaggio interpretando un omofobo la cui visione del mondo viene ribaltata dagli eventi.

 
Un meritato Oscar per il ruolo di Alonzo Harris nel tesissimo thriller urbano di Antoine Fuqua. Qui vediamo un Washington inedito: lui che, spesso, incarna figure positive, interpreta un personaggio corrotto e spaccone, eppure complesso e ricco di contraddizioni. Nel corso del film ci allineeremo sempre più al punto di vista di Ethan Hawke, eppure Alonzo resta il motivo vero per vedere Training Day.

 
Il lato più apertamente action di Denzel Washington. In Training Day è più un guru dalla morale distorta, qui invece è il più classico dei vendicatori all'americana, sorta di moderno cowboy che si prende in carico l'obbiettivo di fare giustizia in un mondo dominato dal male. Tony Scott esagera un po' con i tocchi stilistici da videoclip, ma è indubbio che Washington sia l'antieroe perfetto, perché, nonostante le esagerazioni tipiche del cinema d'azione, è proprio la sua impalpabile qualità umana a venderci anche le situazioni più implausibili e rendere tutto così avvincente.

 
Tossico e alcolizzato, eppure il migliore in quello che fa. Nel film di Robert Zemeckis, Denzel Washington interpreta un pilota che, dopo aver salvato i suoi passeggeri da un disastro aereo con una manovra impossibile, viene messo sotto inchiesta per abuso di sostanze. Zemeckis porta avanti la sua poetica fatta di uomini normali di fronte a situazioni straordinarie, e Washington incarna questa figura perfettamente. Una performance segnata da una fragilità nascosta che avvince dal primo minuto.