
Non una 'prima volta' per il regista di Melissa P. e Io sono l’Amore, visto che era gia' stato uno dei giurati della 67 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Questa volta al suo fianco trovera' un'argentina, un russo, una francese, un iraniano e un cinese, questi:
Verónica Chen (regista) - gia' a Venezia, nella Settimana della Critica, con il suo primo lungometrattio Vagon Fumador (2001). Al quale seguono i film - premiati a vari festival - Agua (2006), Viaje sentimental (2010) e il thriller Mujer conejo (2013).
Aleksei Guskov (attore e produttore) - nato in Polonia, dopo studi di ingengeria si dedica a Teatro (attualmente lavora e insegna al Teatro Vakhtangov di Mosca) e Cinema. Nonostante più di 60 film tra cinema e televisione interpretati in patria, e' forse piu' noto per esser stato il protagonista di Il concerto (2009), Mako in Italian Movies di Matteo Pellegrini (2011) e Papa Giovanni Paolo II nella fiction Era santo, era uomo (2013). Lo vedremo prossimamente in Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores.
Noémie Lvovsky (regista, sceneggiatrice e attrice) - Collaboratrice di Arnaud Desplechin (in La Vie des morts e La Sentinelle), esordisce come sceneggiatrice nel 1994 con Oublie-moi, interpretato da Valeria Bruni Tedeschi. Seguono La vie ne me fait pas peur (1999), Les sentiments (2003) e tante intepretazioni premiate come attrice da Mia moglie e' un’attrice di Yvan Attal in poi…
Amir Naderi (regista) - Una delle figure più influenti del Nuovo Cinema Iraniano. Sui set fin da adolescente, ha guadagnato la ribalta internazionale grazie a classici come Saz Dahani (1973), Davandeh (Il corridore, 1985) e ?b, b?d, kh?k (Acqua, vento, sabbia, 1987). Ha partecipato alla Mostra di Venezia, al Festival di Cannes, al Tribeca, al Sundance. Il suo ultimo lavoro, Cut, girato in Giappone, ha aperto la sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia del 2011.
Zhang Yuan (regista) - considerato uno dei pionieri della cosiddetta Sesta Generazione. Debutta ufficialmente alla regia nel 1990 con Mama, un racconto semidocumentaristico su una madre con un figlio ritardato. Poi i trasgressivi Beijing za zhong (1993) e Erzi (1999) gli portano il divieto a lavorare da parte del Ministero della Cultura cinese. Ma Dong gong xi gong (primo film cinese con personaggi omosessuali, nel 1996) e Diciassette anni (vincitore del premio per la miglior regia alla Mostra di Venezia) lo lanciano verso il successo di Kan shang qu hen mei (La guerra dei fiori rossi), vincitore del premio C.I.C.A.E. al Festival di Berlino 2006.