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Dalla Tv al Cinema

Il successo commerciale di "Sex & the City" conferma la tendenza sempre più accentuata da parte degli Studios hollywoodiani a portare sul grande schermo storie e soprattutto successi ben consolidati in TV.

Sex and the City - Il Film

20.06.2008 - Autore: Adriano Ercolani
Il recentissimo successo commerciale di “Sex & the City” (id., 2008) – 120 milioni di dollari guadagnati in tre weekend in America, a cui si aggiungono altri 90 in tutto il mondo -, e l’arrivo di pompa magna di “Get Smart” (id., 2008) nelle sale statunitensi (si parla di più di 3.700 sale per l’uscita) conferma la tendenza sempre più accentuata da parte degli Studios hollywoodiani a portare sul grande schermo storie e soprattutto successi ben consolidati in TV.

Volendo cercare indietro negli anni più recenti il capostipite di questo fenomeno, non si ha enorme difficoltà nel trovarlo in Tom Cruise, che nel 1996 ha deciso di produrre ed interpretare “Mission: impossibile” (id., 1996), riduzione firmata da Robert Towne della famosissima squadra di spie andata in onda a cavallo tra anni ’60 e ’70. Affidata la regia del lungometraggio ad un artista della ripresa come Brian De Palma, Cruise ed il suo staff confezionarono una pellicola di discreta qualità ma soprattutto di forte presa sul pubblico internazionale, che ne decretò un successo forse andato oltre le previsioni. Ed ancor meglio andò col secondo episodio, targato 2000 e firmato da un geniale maestro dell’action come John Woo, che infatti ne fece una sontuosa sinfonia visiva. Meno fortuna ha avuto più recentemente il terzo episodio, uscito nel 2006 e diretto dal genio televisivo di “LostJ.J.Abrams, il quale avendo impostato l’estetica del film secondo un rigore improntato al maggior realismo, ha nuovamente cambiato fisionomia alla trilogia forse più “aperta” che il cinema americano ha visto negli ultimi anni.

Se le riduzioni cinematografiche di serie tv hanno visto nel corso degli anni discreti successi commerciali come i due capitoli di “Charlie’s Angels” (id., 2000), o quello anche più consistente dei mitici “Simpson” (id., 2007), vi sono state però anche trasposizioni più  ridanciane che in realtà non hanno funzionato più di tanto al botteghino, e tanto meno presso la critica più esigente: parliamo ad esempio dello strampalato “Starsky & Hutch”, diretto dal talento contenuto di Todd Phillips ed interpretato dalla coppia comica Ben Stiller/Owen Wilson. Ancora peggio è andata invece ad “Hazzard”, (The Dukes of Hazzard, 2005), bislacca commediaccia che vedeva al timone il misconosciuto Jay Chandrasekhar, e davanti la macchina da presa un trio assai poco convincente come Johnny Knoxville, Sean William Scott e Jessica Simpson.

Ma il più grosso fiasco commerciale di trasposizione è però anche il miglior film realizzato da una serie TV: stiamo parlando del potente “Miami Vice” (id., 2005), diretto da quel Michael Mann che era stato anche il creatore della serie TV. Costato ben oltre i 100 milioni di dollari a causa di numerosi incidenti accaduti durante le riprese, il film ne ha incassati soltanto 65 negli stati Uniti, non arrivando quindi a coprire neppure i costi di produzione. Guardandolo dal lato artistico, “Miami Vice” rappresenta invece uno dei punti più alti della carriera di Mann, oltre che un noir disperato e rarefatto, improntato secondo un’eleganza visiva decisamente difficile da dimenticare. Conferma che purtroppo la bellezza estetica ed l’indiscutibile valore cinematografico non sempre pagano al botteghino.
   
SEX & THE CITY
MIAMI VICE
HAZZARD
CHARLIE’S ANGELS
SIMPSON
MISSION: IMPOSSIBLE
GET SMART
STARSKY & HUTCH