Colin Firth in corsa verso gli Oscar

“Quando Dio non poteva salvare il re, la regina si rivolse a qualcuno che poteva”: recita così la frase di lancio de Il discorso del Re, film che sta riscuotendo un successo considerevole presso la critica americana e inglese, e che - con ben dodici nomination - si pone come uno dei cavalli di battaglia ai prossimi Oscar. Il Re di cui si parla è Giorgio VI, che dopo un fallimentare discorso di chiusura all'Empire Exhibition del 1925, grazie all'aiuto della moglie Elizabeth si rivolse al logopedista australiano Lionel Logue per superare la sua terribile balbuzie. George riuscì a venire a patti col problema e a gestirlo nelle delicate ore in cui dovette annunciare via radio al popolo inglese l'entrata nella Seconda Guerra Mondiale.

Ad affiancare Colin Firth ci sono Geoffrey Rush nei panni di Logue e Helena Bonham Carter in quelli di Elizabeth. La pellicola di Tom Hooper, autore de Il maledetto United, è stata già candidata a tredici premi BAFTA e a sette Golden Globe, di cui ha vinto il premio per il migliore attore protagonista. La performance di Firth è stata apprezzata in tutto il mondo, e l'attore viene dato come vincitore praticamente sicuro dell'Oscar. Per lui, nonostante si parli di un monarca, Il discorso del Re tratta temi universali: “Credo che il film abbia preso un problema che tocca tutti quanti e abbia usato l'ambiente e le convenzioni regali per renderlo più incisivo. L'isolamento è universale, a un certo livello le persone non si fanno raggiungere e preferiscono chiudersi dietro muri, e George è chiuso dietro muri veri”.

Firth ha speso molto tempo tentando di capire le persone affette da balbuzie: “Questo problema non è una cosa che puoi isolare, ti consuma e consuma la tua identità. E la sfida a cui assistiamo nel film è il tentativo non di curare la balbuzie, ma di controllarla. E questo obbiettivo può essere raggiunto”

Il discorso del Re è distribuito dalla Eagle Pictures