Claire Danes

Claire è una di quelle donne che si possono universalmente considerare belle e brave. Non è soddisfazione da poco essere stata eletta nello stesso anno (1997) “Star femminile del futuro” da ShowWest e “Una delle 50 donne più belle del mondo” da People; per poi ricevere un Golden Globe e una nomination agli Emmy per la sua interpretazione di Angela Chase nella serie tv “My So-Called Life”.

Chissà se si sarà sentita all'altezza di recitare in Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, insieme ad un altro bello per eccellenza che risponde al nome di Leonardo di Caprio.

E poi film a ripetizione, ruoli cinematografici a cui era chiamata per dare quel tocco di sublime femminilità: dalla ribelle giovane polacca di “Amori e Segreti” alla campionessa di pattinaggio di “Le forze del destino”, passando per la giovane di provincia immersa nella frenetica vita cittadina di “Shopgirl”.

Bellezza e talento che le serviranno anche per tener testa ad icone indiscusse del cinema internazionale quali Nicole Kidman, Meryl Streep e Julianne Moore in “The Hours”, o addirittura da rappresentare la giovinezza eterna nel film fantasy “Stardust”, fino ad arrivare al più recente “Un amore senza tempo”, dove la protagonista Ann Grant giace su un letto d'ospedale, alle prese con un cancro che lascia ben poche speranze di sopravvivere, supportata dai ricordi di un tempo, tra amori e successi. Per questa parte ha dovuto sbaragliare una concorrenza di eco notevole, in cui figuravano tra le altre Kate Bosworth e Kirsten Dunst.

In uscita al cinema con un'ennesima prova di donna forte, che si ritrova sia nella trama che nel set a gestire un'eredità professionale che le viene insegnata da un altro importante nome di Hollywood quale quello di Richard Gere.

Nonostante si sia affermata a livello professionale, Claire Danes non ha trovato un proprio equilibrio a livello personale. Nelle sue interviste parla spesso di solitudine all'interno del mondo dello spettacolo, evidenziando un abbandono dell'attore, un annullamento della sua persona in nome della professione.

Le sue vicissitudini amorose ruotano attorno a tre uomini di rilievo: gli attori Matt Damon e Billy Crudup, e il cantante australiano Ben Lee.

Unico suo vero amore dunque è la recitazione: “Recitare per me è condividere. Un modo per sentirsi meno soli e parte di un qualcosa” e aggiunge “Recitare è la miglior risposta che abbia mai trovato alla mia solitudine […] per il cinema sacrifico la mia vita sociale, la mia sanità e salute".