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Ciprì: "La mia Palermo che non c'è più"

Toni Servillo interpreta il primo film solista di Ciprì, la tragicommedia È stato il figlio

Daniele Ciprì, Toni Servillo

01.09.2012 - Autore: Marco Triolo, nostro inviato al Festival di Venezia
Non nasconde i suoi dubbi, Daniele Ciprì, al Lido di Venezia per presentare È stato il figlio, suo primo film “solista”, ovvero senza Franco Maresco, e il primo italiano in concorso a Venezia 69. “Il film non mi convinceva e avevo paura. All’inizio non volevo farlo”. E aggiunge: “Non pensavo che Toni Servillo avrebbe accettato la parte. Lo credevo troppo per me, poi l’ho conosciuto e ho pensato fosse perfetto”. Curioso come Servillo la pensi allo stesso modo del regista: “Io ero timoroso di poter danneggiare film, perché conoscevo il linguaggio originale del cinema di Daniele. Temevo di non avere i numeri, ma la sua fiducia mi ha molto aiutato”.

Tratto da un romanzo di Roberto Alaimo, È stato il figlio racconta la storia di una famiglia di Palermo che, dopo aver perso una figlia a causa della mafia, attende un risarcimento di 220 milioni di lire (siamo negli anni Ottanta). Ma i soldi non arrivano e nel frattempo il padre, Nicola Ciraulo (Servillo) si indebita: da lì la situazione precipita e, anche dopo aver incassato il denaro, le tragedie non si fermano.

“Il mio film racconta il dramma di una famiglia italiana che ha provocato da sé il proprio danno. Ciraulo mi fa pena, perché non ha prospettive per il futuro ed estingue la propria famiglia. Si tratta di un film mortuario ma allegro”. Non manca uno sguardo alla sua Sicilia: “Nel finale emerge l’ipocrisia della mia terra, che nasce dalla necessità di sopravvivere. Anche se la disperazione appartiene a tutta Italia e quella del film è una famiglia più italiana che siciliana”. Il tutto sullo sfondo di “una Palermo che non c’è più” e che non è per nulla da cartolina.

“Nel romanzo e nel film si racconta di una famiglia governata da leggi arcaiche, che tuttavia confina con gli spaesamenti della società di oggi, dettata da un alienante consumismo – aggiunge Servillo – Il nucleo poetico del film è legato ai due figli di Nicola, che in un momento della vita in cui non c’è consapevolezza della morte sono invece offesi dalla morte stessa, e questa offesa della gioventù, dell’avvenire e della speranza è uno degli argomenti che risaltano maggiormente con forza poetica”. E conclude: “Daniele ha la forza di raccontare qualcosa che ci tocca socialmente, ma lo fa con il cinema. E la potenza delle immagini è più eloquente ed efficace di un'inchiesta”.

È stato il figlio sarà distribuito in Italia da Fandango il 14 settembre.

Film.it è in prima linea al Festival di Venezia 2012: i film, i personaggi, le interviste e i dietro le quinte dal grande evento in laguna. Per conoscere tutto questo, vi invitiamo nel nostro speciale sulla Mostra.