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Cinema in serie: una vocazione antica
Cinema in serie: una vocazione antica

16.05.2001 - Autore: Stefano Finesi
Sembra difficile ormai immaginarlo, ma una volta la televisione non esisteva e al cinema spettava il monopolio dei sogni degli spettatori. E anche i pionieri della produzione di celluloide si erano accorti che il pubblico si affeziona ai propri sogni e mai se ne vorrebbe separare: già a metà degli anni dieci nascevano i primi serial cinematografici, veri e propri eredi del feuilleton ottocentesco scanditi in puntate settimanali che affollavano le sale. Belle e ricche ereditiere, tiranni perfidi e raffinati, eroi senza macchia e gentili donzelle si contendevano il cuore degli spettatori nei leggendari The Perils of Pauline (1914), con la bella Pearl White sempre in pericolo di morte ad ogni fine episodio, Fantomas (1913) e Les Vampires (1915) di Louis Feuillade, I topi grigi (1917) di e con Emilio Ghione. Insomma la serialità è stata un\'indiscutibile vocazione del cinema, anche se il film a puntate vero e proprio ebbe vita abbastanza breve. Ma agli eroi capaci di riscuotere la simpatia del pubblico furono presto consentiti parecchi diritti di replica e, pur rimanendo stavolta ogni film un capitolo a sé stante, nascevano grandi serie: i nomi sono tanti, dallinvestigatore cinese Charlie Chan allagente segreto James Bond (il primo capitolo è del 1962, Agente 007, licenza di uccidere e Bond è tuttora al servizio di Sua Maestà), senza dimenticare lineffabile Godzilla, forte di più di venti film a partire dal 1954. La struttura messa in atto, ossia quella di diverse avventure indipendenti perpetuate finché tiene il botteghino, conosce ancora oggi una solida fortuna con personaggi del calibro di Indiana Jones, di cui è in arrivo una quarta impresa, del poliziotto McClane, interpretato da Bruce Willis nella serie Die-Hard, o di Freddy Krueger e Michael Myers, truculenti protagonisti delle serie infinite di Nightmare e Halloween.
Siamo però lontani dal sequel propriamente detto: dato un film di successo, il sequel ne rappresenta un seguito narrativamente compatibile, capace di portare avanti la storia in una direzione precisa. Il maggiore apripista è forse Il Padrino, girato da Coppola nel 1972 e dotato di un secondo episodio già due anni più tardi: Coppola ha avuto anche il merito di legittimare il sequel come operazione artistica, non solo commerciale, e di inaugurare la pratica fortunata del cosiddetto prequel\", visto che il secondo capitolo della sua saga narra la formazione del giovane Don Corleone.
Se già con il Padrino la serie assume i toni del racconto epico, alla fine degli anni settanta vede la luce una delle più leggendarie saghe cinematografiche, quella di Guerre Stellari: anche qui a fornire sostanza alla serialità è il sostrato mitico del racconto, il carattere di epopea capace di coinvolgere il pubblico in un universo parallelo estendibile a piacimento, secondo una logica che potrebbe essere applicata fino agli andirivieni temporali di Michael J. Fox in Ritorno al futuro.
Oggi le saghe non mancano, anzi molti episodi vengono ideati in blocco, senza neanche bisogno di aspettare il responso del botteghino: lenorme progetto di Lucas per i tre capitoli stellari aggiuntivi, i due sequel di Matrix scritti contemporaneamente, fino ad arrivare ai tre film che Peter Jackson sta girando insieme a partire dallimmenso Il Signore degli Anelli. Direttamente dagli anni dieci, forse ha fatto il suo ritorno il cinema a puntate?