Partiamo quindi dai tre sopra menzionati. Una fantomatica nave a nord della Gran Bretagna trasmette quella musica pop che negli anni ’60 significava ballo e trasgressione. Insomma, nulla che potesse andare bene alle impostate istituzioni anglosassone. Bisogna fermare la barca pirata simbolo di divertimento e di un ’68 agli albori e l’onere cade su un inedito Kenneth Branagh versione bacchettone intransigente. I dj della nave “che rocka” sono interpretati da gente come Philip Seymour Hoffman, Rhys Ifans, Nick Frost e Rhys Draby: il divertimento è garantito, così come il buon ascolto per le vostre orecchie (inutile dire, anche se così facendo lo diciamo, che la colonna sonora è il potente motore del film). Regista e sceneggiatore è quel Richard Curtis già dietro a “Love Actually” e firma di commedie come “Quattro matrimoni e un funerale “ e “Notting Hill”. Insomma, il clima è quello della commedia inglese che diverte nel più totale disimpegno. Riuscendoci grosso modo (anche se la trama latita).

Sul debutto di Madonna alla regia, parliamo quindi di “Sacro e profano”, possiamo giusto riportare la buona accoglienza ricevuta ai festival di Berlino (2008) e Torino (2007). E’ una commedia e la distribuisce la “Sacher” di Nanni Moretti, il che dovrebbe essere garanzia di una cerrta qualità o motivo di interesse che vada al di là della firma della Ciccone. Chissà che la vicinanza con l’ex marito Guy Ritchie non abbia dato qualche frutto a livello di talento alla superstar…

“Martyrs” è semplicemente uno dei migliori horror degli ultimi anni. A Roma, dove è stato presentato durante l’ultimo Festival, ha letteralmente conquistato gli addetti ai lavori diventando la vera sorpresa della manifestazione. Siamo dalle parti del film che non risparmia nulla all’occhio, violento e sadico nel cercare l’empatia con il pubblico, ma la vera qualità è la sceneggiatura piena di svolte narrative. Sembra quasi un gioco di scatole cinesi, i ruoli (vittima e carnefice) cambiano continuamente fino ad un finale mozzafiato (in termini di suspense). Onore ai francesi che lo hanno realizzato.

Passiamo quindi alle altre uscite. “La leggenda di Raoul” segue “La leggenda di Hokuto”, film distribuito sempre dalla Mikada la scorsa estate. Tanti ta-ta-ta-ta-ta-ta-tà, corpi che esplodono dopo aver giocato all’allegro chirurgo e un futuro fatiscente in cui i pettorali dei combattenti sono l’unica cosa pulita. I fan apprezzeranno la possibilità di godersi sul grande schermo il tutto dopo aver passato l’infanzia facendo zapping tra piccole reti locali.

Per le famiglie, o meglio, per i più piccoli che si portano appresso uno o più genitori, c’è “Moonacre -I segreti dell'ultima luna”, fantasy franco-anglo-ungherese che supplirà alle mancate repliche di Fantaghirò alla tv. Principi, regine e amori difficili aspettano al cinema chi ha tanta voglia di fantasia e romanticismo. A detta della Rowling, il libro omonimo ha ispirato moltissimo Harry Potter.
Chiudiamo con “ Un’estate ai Caraibi”. I Vanzina sono normalmente più in gamba dell’omologo, un tempo compagno di lavoro, Neri Parenti. Pesa però su di loro la responsabilità la sceneggiatura di un film inguardabile, molto più di quanto si potesse mai immaginare, come “Matrimonio alle Bahamas”. Con “Un’estate ai Caraibi” i due sembrano aver lasciato da parte le battute volgari e, purtroppo, anche quella satira sociale che un tempo li caratterizzava. Quantomeno da questo loro nuovo lavoro escono fuori degli episodi fluidi e innocui come una chiacchierata tra vicini di ombrellone.