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Ciclo su Pietro Germi
Nel mese di luglio su Cineclassics un ciclo di otto film dedicato a Pietro Germi.

25.06.2001 - Autore: Luigi Massi
Pietro Germi fu un regista scomodo, mai di moda. Era un genovese chiuso e scostante, ancorato saldamente a valori tradizionali come lonestà, la lealtà, lonore. Portò nei suoi film, partendo dallalveo rivoluzionario del neorealismo, lamore per limpegno civile, genericamente politico, che per un certo periodo abbandonò, dedicandosi a film di puro mestiere e grande impatto popolare come Il Brigante di Tacca del Lupo e Gelosia. Ma la sua vena polemica e coraggiosa, di denuncia sociale, che aveva già riversato nei suoi primi film, come Gioventù perduta (1948), In nome della legge (sulla mafia, del 1949), Il cammino della speranza (sullimmigrazione, 1950), era destinata a venire fuori nuovamente in Divorzio allitaliana (1961), commedia grottesca e corrosiva sui costumi di provincia, in Sedotta e abbandonata (1964) e anche in Serafino (1968). Cineclassics, il canale satellitare diffuso da D+, dedica nel mese di luglio al regista genovese un ciclo di otto film, per rendere omaggio al suo cinema, come scrive Gianni Rondolino, di larga udienza popolare, che tuttavia non rinunciava ad affrontare seriamente certi problemi scottanti, un cinema che si potrebbe definire civile. I film scelti trasmessi nellambito dello spazio Lunedì italiano, rappresentano bene la parabola artistica di Germi: troviamo infatti Fuga in Francia del 1948 (lunedì 9 luglio alle 22.25) e il già ricordato In nome della legge, dellanno successivo (9 luglio ore 20.40), in cui la Sicilia e il suo male sono rappresentati in unatmosfera quasi western, intrisa di antichi valori e leggi non scritte simboleggiati dal vecchio mafioso (Charles Vanel), in contrasto con i sentimenti di legalità e giustizia portati avanti da un giovane prefetto (Massimo Girotti). Lomaggio a Germi prosegue lunedì 16 luglio in prima e seconda serata con Il cammino della speranza e Il brigante di Tacca del Lupo: il primo è ritenuto il suo film più aderente alla poetica del neorealismo e a quel pedinamento della realtà teorizzato da Zavattini; il secondo è invece un film storico sul fenomeno del brigantaggio meridionale: interpretato da Amedeo Nazzari, è il primo passo sulla strada del melodramma popolare che si completa con Gelosia(lunedì 23 ore 22.35), tratto dal romanzo di Luigi Capuana Il marchese di Roccaverdina. Luomo di paglia, in onda il 23 alle 20.40, è invece il film meno riuscito e più criticato di Germi, accusato di aver ceduto ad una facile estetica cinematografica e di aver confezionato un improbabile lieto fine. Non così, invece, si dirà di Divorzio allitaliana (lunedì 30 alle 22.40), grande successo di critica e di pubblico e Oscar per la sceneggiatura, con un inarrivabile Marcello Mastroianni e una bellissima Stefania Sandrelli. Sullo stesso piano, anche se minore, è Sedotta e abbandonata, che sarà trasmesso lunedì 30 alle 20.40.