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Chiamata da uno sconosciuto

Remake più o meno aggiornato dell'inquietante "When a Stranger Calls", anche questa pellicola ha subito lo scellerato processo di 'ringiovanimento'

Chiamata da uno sconosciuto

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
La giovane studentessa Jill (Camilla Belle) è stata messa in punizione dal padre per aver sperperato un’ingente somma di denaro in ricariche telefoniche, ed è quindi costretta a fare da babysitter ai due figli di un famoso medico. Arrivata a casa dei coniugi Mandrakis, Camille scopre che l’abitazione è una splendida ed isolata villa che da su un lago. La serata con i due bambini sembra procedere assolutamente tranquilla, fino a che iniziano ad arrivare strane telefonate, in cui Camille sente prima soltanto sussurri, e poi parole minacciose. Ma si tratta del solito scherzo dei suoi stupidi compagni di classe, oppure dall’altra parte del telefono  si cela veramente un pericolo? La ragazza scoprirà sulla propria pelle l’inquietante risposta…

Remake più  o meno aggiornato dell’inquietante “When a Stranger Calls” targato 1979, diretto da Fred Walton ed interpretato da Charles Dirning e Carol Kane, anche questa pellicola ha subito lo scellerato processo di “ringiovanimento” che ha colpito i rifacimenti thriller/horror americani degli ultimi tempi.

Protagonisti assolutamente teen, con problematiche e dialoghi che conseguentemente si banalizzano, aggiornandosi però ad una fascia di pubblico più bassa ed appetibile. A perdere è quindi la qualità del film, la sua profondità di scrittura e di lavorazione sui personaggi, ma cosa importa? E se anche per protagonista si deve prendere un’attrice che ancora non ha capito cosa significhi recitare, forse qualcuno protesterà se il film incassa una manciata di milioni di dollari?

Le ovvietà di storia  e dialoghi rovinano quindi un lungometraggio altrimenti interessante in alcune precise scelte stilistiche. Il fino ad ora sopravvalutato Simon West sceglie infatti di giocare per la maggior parte della durata del film con lo spettatore attraverso un logorio di efficace tensione, che adopera i mezzi classici del cinema thriller senza fare uso di effettacci gratuiti ed inutili dosi di splatter. Il tenere nascosto il “cattivo” fino al climax finale è un espediente che ha il vantaggio di intrigare e lo svantaggio di lasciare la protagonista sola dentro un unico ambiente per circa un’ora di proiezione, cosa che in alcuni momenti risulta decisamente pesante. Se il setting è sfruttato abilmente per creare inquietudine ed irretire con la sua gelida eleganza, il gioco è però troppo stirato nel tempo, e risulta quindi alla fine un po’ farraginoso.

Chiamata da uno sconosciuto” è un thriller di difficile interpretazione: in quanto stracolmo di difetti ed ovvietà, soprattutto a causa dello script, ma anche affascinante nel suo essere giocato quasi completamente sulla tensione snervante dell’attesa. Una maggiore attenzione al ritmo della progressione drammatica, ed una migliore scelta di casting avrebbero senza dubbio reso questa pellicola molto più pregevole. Tutto sommato però il risultato non è completamente da buttare.