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Chi è Hayao Miyazaki

Genio dell'animazione giapponese, e creatore di alcune tra le opere più significative del mondo del fumetto internazionale. E' stato "il papà" televisivo di "Heidi".

il viaggio di Chihiro

19.05.2009 - Autore: Francesca Fornario
La rivalità tra mondo Disney e mondo manga appartiene ormai alla storia. Le nuove leve della Disney non solo tollerano la concorrenza nipponica, ma dichiarano apertamente di ispirarsi all’arte dei maestri del Sol Levante. Su tutti, fanno un nome: quello di Hayao Miyazaki. Di lui dicono Gary Trousdale e Kirk Wise, registi de “La Bella e la Bestia” e del più recente “Il Gobbo di Notre Dame”: “E’ inimitabile, trascende il cinema d’azione e di animazione fondendoli in un unico, nuovo genere”. Barry Cook e Tony Bancroft, registi di “Mulan”, sintetizzano così il concetto: “Miyazaki è Dio”. Lo stesso Michael O. Johnson, presidente della Buena Vista, ammette che all’interno della Disney sono tutti fan sfegatati di Miyazaki. In Italia c’è chi lo sostiene dai tempi di “Heidi” e soprattutto di “Mirai Shonen Conan”, da noi “Conan il ragazzo del futuro”, 26 puntate liberamente ispirate al romanzo di fantascienza “The Incredibile Tide” di Alexander Kei, mai tradotto in italiano. Tuttavia la consacrazione definitiva è arrivata soltanto lo scorso anno, con l’uscita in sala del film “La principessa Mononoke”, molto amato da critica e pubblico, soprattutto quello adulto. Al di là della regia, curata come quella del più sofisticato cinema d’azione (lo dice il regista e mago degli effetti speciali Tsui Hark, considerato dalla stampa occidentale lo Spielberg d’oriente), quello che colpisce nell’opera di Miyazaki è la capacità di raccontare il mondo con lo sguardo insieme fragile e coraggioso dei bambini, attraverso personaggi bambini. Bambini solari ed energici che hanno reso Miyazaki celebre in tutto il mondo e nei quali i giovani spettatori possono identificarsi. Alla base, c’è la sana voglia di contestare gli aspetti peggiori della società adulta, corrotta e affamata dalla ricchezza. Miyazaki, nato nel distretto bunkyo di Tokyo nel 1941, aveva le idee chiare in proposito sin dai tempi in cui lo avevano iscritto alla facoltà di economia politica della prestigiosa Gakushuin Daigaku, l’università frequentata dai principi imperiali. E’ li che ha animato un gruppo di ricerca sulla cultura infantile, con lo spirito di dire ai suoi colleghi “Signori, mentre noi qui ci arrovelliamo sull’alta finanza smarriamo il senso delle cose vere e importanti. I piccoli, che non si intendono di speculazioni economiche e grande industria, hanno forse le idee più chiare di noi su ciò che conta davvero”. Ovvero l’amicizia, l’amore, il dolore, la speranza, il rispetto della natura e del prossimo. In una parola, anzi due, la vita e la morte. Delle cifre e dell’alta finanza ad Hayao Miyazaki importava molto poco. Per questo, dopo la laurea, ottenuta comunque a pieni voti, si è fatto assumere negli studios della Toei Doga come semplice intercalatore, il gradino più basso nella carriera di un animatore. Qui ha conosciuto Isao Takahata, diventato suo inseparabile amico, con il quale ha realizzato il cortometraggio “Panda Kopanda” e la serie televisiva “Heidi”. Il successo è arrivato alla fine degli anni settanta con “Conan” e con il pirotecnico lungometraggio “Lupin III, il castello di Cagliostro”, che Miyazaki era stato chiamato a dirigere per risollevare la serie dopo il flop al botteghino del secondo episodio. Visti gli esiti del film, al regista vengono affidate nel 1980 due puntate della nuova serie di “Lupin” (la 145 e la 155), che egli scrive e dirige. L’ultima attesa fatica di Miyazaki, che ama perdutamente l’Italia è il lungometraggio “Porco Rosso”, ambientato in Italia e ispirato alla storia vera di un pilota di caccia ribattezzato così dai colleghi per le orrende ustioni che ha riportato in guerra. Altro oggetto da collezione è il fumetto “Nausicaa della valle dei venti”, scritto e disegnato dal regista che per la prima volta si è cimentato con un soggetto di sua invenzione, ispirato stavolta alla mitologia greca.
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