Dopo il successo di Paranormal Activity, Oren Peli è diventato il nuovo Re Mida di Hollywood, per la sua capacità innata di fiutare gli affari e produrre un film a basso budget capaci di spazzare i botteghini. È successo con tutti i capitoli della saga di Paranormal Activity, ma anche con l'horror Insidious che, costato 1.5 milioni di dollari, ne ha incassati 97 nel mondo. Chernobyl Diaries – La mutazione non fa eccezione: diretto da Bradley Parker e interpretato da un cast di volti semi-sconosciuti – a parte la pop-star Jesse McCartney – il film è ambientato in un luogo davvero unico al mondo, set perfetto per un horror: la città abbandonata di Prypiat, vicino alla centrale nucleare di Chernobyl.
La storia vede un gruppo di ragazzi darsi al “turismo estremo” per visitare Prypiat, alla ricerca di emozioni che il turismo tradizionale non può offrire. Purtroppo per loro, qualcosa – o qualcuno – li sta osservando, ed è pronto a colpire dall'oscurità. Vi presentiamo un'intervista esclusiva con Oren Peli.
Secondo te perché il turismo estremo attrae tanta gente?
C’è gente che quando va in vacanza vuole rilassarsi e stare tutto il giorno in spiaggia, altri vogliono girare ed esplorare, andare nei musei e vedere dei monumenti importanti, altri ancora vogliono qualcosa in più. Vogliono una carica di adrenalina e fare qualcosa di memorabile e di emozionante, magari anche qualcosa di terrificante e vanno alla ricerca di queste avventure folli.
Come è nata l’idea del film?
Un giorno ero su Internet e mi sono imbattuto in dei foto-blog di ragazzi che avevano fatto questi stessi tour estremi, facendo foto e video e postandoli online. Io l’ho trovata una cosa affascinante, perché naturalmente conoscevo bene il disastro di Chernobyl, ma non sapevo niente della città abbandonata di Prypiat, che era stata praticamente evacuata nel giro di una notte. Gli abitanti non ebbero neanche la possibilità di portarsi via gli effetti personali. È come se la popolazione fosse sparita dal giorno alla notte. E il posto è rimasto congelato nel tempo e invaso dalla natura selvaggia. Per quanto ne sappia non esiste sul pianeta Terra un posto paragonabile a questo, quindi è molto inquietante, molto triste ed estremamente spaventoso. Per me era una location fantastica per un horror.
Parliamo un po’ degli attori. Il cast è forte, ma nessuno è ancora una vera star. È stata una scelta intenzionale?
Sì, è stata intenzionale, per diverse ragioni. Prima cosa, pensavamo che per un film del genere non avessimo bisogno di divi. Ci servivano dei ragazzi che apparissero realistici e con i quali il pubblico si sarebbe potuto relazionare – dovevano essere come amici del college o vicini di casa, ragazzi comuni che intraprendono un viaggio straordinario e a cui succedono cose terribili. E secondo me l’incredulità può essere sospesa quando sullo schermo segui le vicende di ragazzi che non conosci piuttosto che quelle di attori che riconosci da qualche altro film. Un altro elemento che ha portato a questa scelta era il budget – si tratta di un film a basso budget, quindi non potevamo permetterci i cachet delle star. Ma preciso che volevamo le persone più adatte ai vari ruoli – era la cosa più importante e abbiamo preso i migliori.
L’esperienza Chernobyl Diaries in sintesi?
È stato fantastico. È stato uno dei progetti più gratificanti e divertenti a cui abbia mai partecipato, perché il concetto ci piaceva tantissimo ed è stato piacevolissimo avere l’opportunità di lavorare con Brad, il regista, e con tutta la troupe e il cast di talento che avevamo. È andato tutto molto liscio e abbiamo anche avuto dei partner straordinari che hanno finanziato e coprodotto il film insieme a noi, la FilmNation, e alla fine devo dire che è stata un’esperienza favolosa.
In uscita il 20 giugno, Chernobyl Diaries è distribuito in Italia da M2 Pictures.


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Chernobyl Diaries
Dal produttore di Paranormal Activity

18.06.2012 - Autore: Marco Triolo