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Canto di Natale: Jim Carrey in 3D!

L'attore è Ebenezer Scrooge in nuovo adattamento di A Christmas Carol di Dickens. Si tratta della prima volta che questa storia viene realizzata attraverso la performance capture. La pellicola, diretta da Robert Zemeckis, arriverà dal 20 novembre.

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04.06.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
C’era una volta… Jim Carrey pronto ad interpretare ben quattro ruoli in un film Disney. Grazie agli incredibili progressi della tecnologia, il regista Robert Zemeckis ha trasformato questa favola in realtà. Preparatevi a A Christmas Carol 3D, pellicola girata interamente in performance capture (pensate a The Polar Express o Beowulf), in cui Carrey interpreta Ebenezer Scrooge, un vecchio avaro e malevolo che non ha più alcun sentimento di compassione per coloro che gli stanno attorno. Ma presto tre fantasmi gli faranno velocemente cambiare idea, facendogli ritrovare il suo cuore.

Sono sempre stato un fan del Canto di Natale, proprio perché è la più grande storia sul viaggio nel tempo – dichiara Zemeckis, regista della trilogia di Ritorno al futuroGrazie alla tecnologia odierna siamo stati in grado di realizzare il mondo surreale che descrive Dickens e tutto quello che succede a Scrooge”. A proposito dell’ingaggio di Jim Carrey, il produttore Steve Starkey aggiunge: “Siamo tutti entusiasti di lui. Interpreta anche i tre fantasmi che fanno visita a Scrooge. Quando doveva fare il Fantasma, è arrivato sul set con un accento totalmente diverso e movimenti che non ci aveva ancora mostrato. Lo ha fatto per ogni singolo personaggio interpretato. Nel nostro cast ci sono anche Colin Firth, Bob Hoskins e Gary Oldman che interpretano personaggi piuttosto insoliti, rispetto a quelli in cui siamo abituati a vederli”.

Le prime sequenze della pellicola sono state presentate in anteprima a Cannes, nel corso del Festival: “Interpreto Scrooge in quattro periodi della sua vita da 7 a 65 anni – ha detto Carrey - e anche i tre fantasmi, che sono una specie di suo alterego. È bellissimo poter giocare e mettere tutto il tuo corpo nella performance. E, alle volte, era anche doloroso, dovermi sforzare per avere quella gobba e quell’espressione”.