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Black Hawk Down
Black Hawk Down

07.02.2002 - Autore: Luca Perotti
Regia: Ridley Scott
Con: Josh Hartnett, Ewan Mc Gregor
Distribuzione: Columbia
Basato su fatti realmente accaduti, Black Hawk Down è la cronaca serrata di una battaglia svoltasi nel centro di Mogadiscio nellottobre del 1993 durante le operazioni di pace dellONU, mirate a porre fine alla guerra civile somala.
La missione prevedeva unincursione da parte di due corpi scelti dellesercito americano (i Rangers e i Delta Force) nel quartiere centrale della città e la cattura di due luogotenenti del terribile Aidid al fine di minare alla base il potere del generale accusato di alimentare brutalmente il conflitto. Ma labbattimento di uno degli elicotteri trasformò quello che doveva essere un rapido intervento in unazione di salvataggio condotta nel mezzo di unorda di agguerritissimi civili somali che consideravano gli americani come degli invasori, nemici della libertà e venuti a combattere una guerra che non gli apparteneva.
Il luogo dellimpatto diviene il punto focale attorno al quale si svolge una guerriglia urbana che smembra la strategia studiata a tavolino da parte dei marines, costretti a subire gli agguati delle rabbiose forze somale legate ad Aidid; la loro coesione viene scompaginata dallimprevisto e la squadra statunitense si disperde in una trappola, incrementando feriti, necessità di soccorso e percentuale di rischio. Solo lordine di non abbandonare mai nessuno, né vivo né morto, compatta il gruppo con la forza di uno slogan patriottico e non lo frena dinanzi ad uninattesa escalation di sangue, orrore e morte.
Ridley Scott si svincola da qualsiasi analisi sociale e politica della guerra civile concentrandosi sullessenza fisica dello scontro, interamente vissuto attraverso un unico punto di vista. Riuscendo nellimpresa di mantenere un ritmo costante e vertiginoso, Scott si colloca al centro dellinferno, in mezzo alle linee americane dove il martirio corale si asciuga nei dettagli, si puntualizza nella messa a fuoco esclusiva degli spasimi a stelle e strisce mentre gli smilzi neri, di cui si percepiscono le vampate furenti, abitano solamente lo sfondo.
Ogni dubbio sullopportunità della presenza in suolo somalo di questo drappello di salvatori della patria altrui viene ingoiato dalla forsennata crudezza dello scontro, malgrado le superflue perplessità del giovane sergente Eversmann, le cui blande utopie si spengono davanti al pragmatismo dei compagni.
La portata mitica dei racconti sulla guerra vietnamita sembra morta e sepolta insieme alle sollecitazioni idealiste di quei soldati scaraventati nella giungla. I nuovi patrioti sono poliziotti specializzati che hanno scelto il mestiere e ubbidiscono agli ordini.
Gli arcani disegni politici ed economici dietro ogni conflitto non fanno più audience, sono dati per scontati e non rimane che abbandonarsi al vigore muscolare della battaglia, senza un prima né un dopo né un perché.